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La ciliegina sulla torta

Dal settore giovanile allo stadio di proprietà. Così l’Atalanta di Gasperini è diventata una stella del calcio europeo

di Giacomo Buttaroni

A due giorni dalla vittoria di Dublino e dal primo successo europeo dell’Atalanta, in Italia ci si sta rendendo (finalmente) conto dei fattori che hanno contribuito a portare la Dea ad alzare al cielo l’Europa League. Non solo Scamacca, Ederson, Lookmann o De Roon, questi sono solo alcuni nomi del progetto nerazzurro che vedremo più avanti, perché alla base di tutto c’è il settore giovanile.

Foto di jorono da Pixabay

Un fiore all’occhiello del club bergamasco da oltre 15 anni, con il responsabile del settore, Roberto Samaden, che l’ha definito la vera fabbrica dei giocatori: metodologie d’allenamento, ambiente positivo e stimolante, dove i giovani possono crescere prima come persone e poi come calciatori.

Insomma alla base dell’Atalanta c’è un approccio educativo con un ambiente sano e di valori: un mix perfetto per creare successo. Un successo che è confermato anche dai dati, basti pensare che l’Atalanta negli ultimi dieci anni è stato il club italiano con il settore giovanile più redditizio al mondo: non basandosi su plusvalenze ma su ricavi generati dalle cessione. Infatti i nerazzurri hanno ricavato ben 250 milioni dal proprio vivaio, posizionandosi al primo posto tra le italiane, superando di ben 120 milioni la seconda classificata che è l’Inter.

L’Atalanta, inoltre, è tra le Top 10 d’Europa, occupando proprio il decimo posto vicinissima al Manchester City, con 254 milioni, e Tottenham, 256 milioni. Le altre, invece, sono leggermente più staccate, mentre la regina del Continente è il Benfica con 516 milioni di ricavi provenienti dal proprio settore giovanile.

Un successo quello atalantino, quindi, che parte dal basso, che prosegue soprattutto grazie ad un centro sportivo, quello di Zingonia, che è all’avanguardia e che mette a disposizione di tutti i tesserati un impianto moderno e all’altezza delle prestazioni richieste. Un modus operandi che riguarda tutto il settore giovanile, che al contrario di tante altre squadre, è concentrato tutto all’interno del Bortolotti-Atalanta Center. Per non parlare poi dello stadio, con Percassi che è stato uno dei primi presidenti a credere nello stadio di proprietà, tant’è che nel 2017 acquista l’impianto dal Comune di Bergamo, iniziando i lavori di rifacimento dell’intera struttura. Oggi il Gewiss Stadium è quasi completo ed è uno tra gli impianti più belli d’Europa e sicuramente tra i più moderni in Italia, regalando così ai bergamaschi una casa dove poter vivere i propri successi.

Infine, l’uomo del capolavoro griffato Atalanta: Gian Piero Gasperini. Un tecnico che si può definire visionario, perché è stato uno dei primi ad introdurre un calcio uomo vs uomo, con uno stile di gioco aggressivo, che esalta diversi giocatori e che li porta ad esprimersi al meglio: basti pensare a Toloi, che alla Roma non convinse, oppure Kolasinac, Djmsiti, Zappacosta o Hateboor, giocatori rinati sotto la gestione di Gasperini, proprio come Scamacca, che è passato dalle prestazioni deludenti con il West Ham, ad essere il miglior attaccante italiano. Oppure Lookmann che ha deciso la finale di Dublino con una tripletta e che al Leicester due anni fa non era un titolare.

Insomma, la coppa vinta mercoledì sera è solo la ciliegina sulla torta di un percorso ben studiato e ben riuscito, un modello da seguire, soprattutto perché ha permesso all’Atalanta di vincere senza debiti, con prodotti propri, valorizzando giocatori giovani e non. Ora non è più una meteora, ora l’Atalanta è storia e stella d’Europa. 

 

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