Mosca: «Potremmo fornire missili ad altri per colpire paesi Nato»
«L’uso da parte di Kiev di missili di paesi Nato nei bombardamenti sulla Russia non rimarrà senza conseguenze». Le parole del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, confermano quanto affermato dal presidente russo Vladimir Putin nella serata di mercoledì, nella sua intervista all’Ansa e ad alcune agenzie internazionali. Putin aveva avanzato, tra le altre, l’ipotesi di fornire missili a parti terze per colpire «obiettivi sensibili» dei paesi Nato, una dichiarazione che oggi il portavoce del Cremlino ha definito «molto importante», pur non precisando a chi, eventualmente, verranno consegnate queste armi. In un’intervista alla Abc, il presidente americano Joe Biden ha precisato che le forze ucraine «sono autorizzate» a usare armi statunitensi «in prossimità del confine» quando ci sono attacchi contro «target specifici» in Ucraina, ma «non stiamo autorizzando attacchi 200 miglia dentro la Russia né attacchi su Mosca, sul Cremlino». Anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha oggi spiegato che «la Nato non ha intenzione di schierare forze in Ucraina». «Ci stiamo concentrando – ha illustrato a Helsinki durante la conferenza stampa congiunta con il presidente finlandese, Alexander Stubb – su come possiamo stabilire un quadro di sostegno più forte, con il quadro istituzionalizzato per l’Ucraina, e su come stabilire e concordare un impegno finanziario a lungo termine per garantire che saremo al fianco» di Kiev «per tutto il tempo necessario».