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Il valore dell’export verso Medio Oriente e Nord Africa

di Matteo Buttaroni

esportazioniAl fine di ampliare i rapporti commerciali tra imprese e investitori dell’Italia con quelli del dell’area Mena (Medio Oriente e Nord Africa) è stato costituito lo Jiac – Joint Italian Arab Chamber – un’associazione senza scopo di lucro, costituita da rappresentanti di istituzioni come l’Ice e Confindustria, ma anche da Lega Araba e Unione generale delle Camere di Commercio Arabe.
I numeri annunciati nel corso della presentazione, avvenuta lunedì 8 febbraio a Roma, lasciano intendere l’importanza di una partnership tra il nostro Paese e queste due aree. Basti pensare che solo nel Nord Africa, ad oggi, le nostre esportazioni valgono oltre dodici miliardi di euro mentre quelle verso il Medio Oriente hanno toccato gli undici miliardi.
Complessivamente le vendite verso l’area Mena rappresentano il 6% delle nostre esportazioni totali e, secondo le stime, potrebbero crescere del 5,3% verso il Medio Oriente e del 4,4% verso il Nord Africa tra il 2016 ed il 2018.
Performance ottime e, tutto sommato, anche piuttosto simili, nonostante i profili molto differenti delle due aree. Nella Country Risk Map, il Sace evidenzia un rischio di disordine politico di 70 punti su 100 per il Nord Africa, mentre per il Medio Oriente si attesta ad appena 30 punti (per l’Italia il punteggio è 29).
Anche osservando l’indice di competitività dei Paesi si può notare una marcata differenza tra le due aree: mentre Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita (facenti parte dell’area del Medio Oriente, rispettivamente al 12esimo,16esimo e 24esimo posto) si piazzano nella prima metà della graduatoria del Global Competitiveness Report 2015 – redatta dal World Economic Forum su una base di 144 Paesi – Paesi come l’Algeria (79esimo posto), Tunisia (87esimo), Egitto (119esimo) e Libia (126esimo) si fermano nella seconda metà, presentando quindi un livello di competitività più esiguo.
L’export opportunity index mostra invece come sia l’Arabia Saudita il Paese più vantaggioso per le esportazioni italiane (con un punteggio di 85 su 100, dove cento è la massima opportunità), seguito da Emirati Arabi Uniti (78), Algeria (76), Qatar (74), Egitto (67), Tunisia (59) e Libia (20).
In particolare il tasso di crescita dell’export italiano in Arabia Saudita potrebbe essere del 5,1% tra il 2016 ed il 2018, a fronte di un +4% nel 2015. Per l’export verso gli Emirati Arabi Uniti si attende un tasso di crescita del 3,3% (contro il 3,7% del 2015), mentre si prevede un +6,4% per l’Algeria (contro il +3,9%), +5,7% per il Qatar (contro un +7,2%), +5% per l’Egitto (+7% nel 2015), +4,7% per la Tunisia (+3,6%) e un’inversione di tendenza per la Libia, dal -0,6% del 2015 al tasso previsto per il 2016-2018 del 4,3%.

 

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