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Device mobili e nuovi formati pubblicitari

di Umberto Schiavella

smartphoneUn nuovo formato pubblicitario si sta diffondendo in maniera esponenziale sui dispositivi mobili, è la pubblicità nativa.
Il native advertising è una forma di pubblicità online che assimila l’aspetto dei contenuti del sito dove è ospitata, il suo scopo è quello di creare interesse negli utenti attraverso la riproduzione di un’esperienza nel contesto in cui è posizionata senza interrompere o impedire l’attività degli utenti in quanto si mimetizza con il contenuto stesso. Un’esperienza diversa da quella della pubblicità tradizionale che allontana il lettore dal contenuto per comunicare un messaggio di marketing e che, parallelamente, contrasta anche l’uso dell’ad blocking. Allo stesso tempo si differenzia nettamente dal publiredazionale che tende a mascherare i contenuti pubblicitari come articoli editoriali su prodotti e servizi. La diffusione della pubblicità nativa e della sua forte crescita sta tutta nel cambiamento del comportamento dei consumatori che vedono privilegiare l’utilizzo di smartphone e tablet per la ricerca e la fruizione dei contenuti attraverso formati esclusivi diversi da quelli tradizionali come banner e annunci.
Facebook Canvas, la nuova feature lanciata pochi giorni fa ne è la riprova. Un formato pubblicitario in grado di creare visual storytelling riunendo insieme tutti i contenuti video, foto e testi in un vero e proprio contesto narrativo mobile. La pubblicità nativa rispetta le linee editoriali delle piattaforme in cui è ospitata senza interrompere il flusso dell’esperienza dell’utente dove forma e sostanza, in un certo senso, si equivalgono per creare una solida interazione.
Uno studio condotto da IHS Technology e commissionato da Audience Network di Facebook stima che nel 2020 il 63,2% di tutte le inserzioni sui dispositivi mobili saranno native, raggiungendo una spesa pubblicitaria totale di 53 miliardi di dollari. La ricerca è stata condotta su una serie di interviste con importanti editori, sviluppatori (giochi e app), associazioni di settore, agenzie e reti pubblicitarie, servizi di streaming musicale e commercianti di prodotti tecnologici in 25 paesi di Europa, America e Asia Pacifica. Lo studio valuta un incremento annuale della pubblicità di terze parti del 70,7% che, a sua volta, rappresenterà il 10,6% di tutte le inserzioni sui device mobili, circa 8,9 miliardi di dollari entro il 2020. Facebook sta già cavalcando questa tendenza, infatti, rispetto al primo trimestre del 2015, le applicazioni che usano formati nativi su Audience Network è cresciuta di ben 10 volte e costituisce l’83% della sua intera rete, in particolare oltre il 50% delle applicazioni su Audience Network usano solo inserzioni native. Lo studio dimostra anche come i clienti interagiscono tra il 20% e il 60% in più con le inserzioni native rispetto alle inserzioni tradizionali tipo banner e di come esse risultino meno noiose delle pubblicità classiche online limitando la perdita di attenzione, ma, soprattutto, di clienti. Si tratta di un tipo di pubblicità che genera un incremento, fino a tre volte, nei tassi di mantenimento, negli indicatori CPM (costo per mille) di ben due volte e nel CTR (click through rate – percentuali di click). Editori, grandi brand, sviluppatori e inserzionisti stanno già fiutando l’affare investendo enormi budget in questo nuovo formato pubblicitario.

 

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