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Riforme, il referendum costituzionale si terrà il 4 dicembre

Il referendum sulla riforma costituzionale si terrà il 4 dicembre 2016. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri (Cdm) che si è tenuto lunedì. Per questo tipo di referendum non è previsto il quorum: vinceranno i “sì” o i “no” indipendentemente dall’affluenza alle urne. L’agenzia di stampa ANSA scrive che si voterà dalle ore 7 alle 23.
Il 22 settembre, il premier Matteo Renzi ha pubblicato sul proprio profilo Twitter il quesito che verrà sottoposto agli elettori (il testo era contenuto anche nell’ordinanza di ammissione della Corte di Cassazione dello scorso 8 agosto). Il quesito è abbastanza chiaro e chi vuole approvare la riforma dovrà votare “sì”, quelli contrari dovranno votare “no”.

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”

“La partita è tutta qui. Qui e ora. Chi vuole cambiare, ci dia una mano”, ha commentato nella sua e-news il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Critiche le opposizioni: secondo il Movimento 5 Stelle, “è grave che Renzi abbia scelto la data senza consultarsi con le opposizioni. Ed è altrettanto grave e vergognoso che abbia negato ai cittadini la possibilità di esprimersi su un tema così delicato e importante, facendo un’indegna melina”. “Il 4 dicembre #iovotono per licenziare Renzi!”, ha scritto invece su Facebook il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.

Nei mesi scorsi, l’agenzia di rating Fitch e il Fondo monetario internazionale (FMI) si sono espressi a favore della riforma voluta dal governo. In particolare, secondo gli analisti di Fitch, se la riforma costituzione venisse bocciata dall’elettorato italiano, “il rischio politico aumenterebbe significativamente e alcuni degli sforzi fatti per spingere la produttività e la crescita di lungo termine potrebbero indietreggiare”.

Ad oggi, però, l’esito referendario è ancora incerto: stando ai risultati contenuti in un sondaggio dell’istituto di ricerca Ixè, condotto per conto di Anthilia Srg e Cassa Lombarda, il 38% degli italiani ha ammesso di essere favorevole alla riforma, mentre il 34% si è detto contrario alla sua approvazione. Elevata la percentuale degli indecisi, pari al 27% del totale.

 

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