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L’Italia è un paese poco attrattivo

Secondo l'OCSE, nel primo semestre del 2016 gli IDE hanno subito un calo rispetto al semestre precedente in Italia, nell'Unione europea e a livello globale
di Redazione

Gli IDE – acronimo che indica gli investimenti esteri diretti – rappresentano uno strumento utile per comprendere il grado di attrattività di un Paese.
Una recente ricerca condotta da UHY – un network internazionale di società di revisione, consulenza fiscale e sul lavoro – ha passato in rassegna le 44 maggiori economie del mondo, analizzando l’incidenza degli investimenti diretti esteri sui rispettivi PIL. Il risultato italiano non è tra i più positivi: il nostro Paese occupa il 36 posto della graduatoria UHY.

In Italia, nel 2015, gli IDE rappresentavano lo 0,7% del Prodotto interno lordo. Una quota molto bassa tanto rispetto all’economie che occupano la vetta della classifica – Malta e Singapore sono (rispettivamente) prima e seconda, con il 26 e il 22% del PIL – quanto nel confronto con i principali paesi dell’Unione europea: Spagna (2,1%), Gran Bretagna (1,8%), Francia (1,4%) e Germania (1,4%). Nell’UE, la media è del 2%.
Gli investimenti esteri diretti verso l’Italia hanno raggiunto i 13 miliardi di dollari contro oltre gli 50 in Gran Bretagna, i 46 in Germania, i 35 in Francia e i 25 in Spagna.
Recentemente l’OCSE – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, che raccoglie i principali Paesi industrializzati – ha sottolineato che nel primo semestre del 2016 gli IDE hanno subito un calo rispetto al semestre precedente in Italia, nell’Unione europea e a livello globale.
Qualcosa potrebbe cambiare, almeno per l’Italia: l’indagine di UHY osserva che il calo delle imposte introdotto dalla legge di Stabilità, che porta la tassazione sul reddito di imprese dal 31,4% al 27,9% nel 2017, potrebbe rendere il nostro Paese più competitivo.
Alcune organizzazioni internazionali indicano spesso il peso del fisco sulle imprese come uno dei punti deboli della nostra economia, insieme all’inefficienza della pubblica amministrazione e ai ritardi della giustizia. Non occupiamo così una posizione di riguardo nelle graduatorie sull’attrattività: l’Italia è 45esima nel Doing Business della Banca mondiale e 44esima nel Global competitiveness report del World economic forum.

 

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