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Istat: “Export in calo dell’1% a giugno”

“Rispetto al mese precedente, a giugno 2017 si registra una diminuzione sia per le importazioni (-2,9%) sia per le esportazioni (-1,0%).
Il calo congiunturale dell’export è determinato dalla flessione delle vendite sia verso i mercati extra Ue (-1,5%) sia, in misura minore, verso l’area Ue (-0,5%). Tutti i raggruppamenti principali di industrie sono in diminuzione, a eccezione dell’energia (+3,5%).
Nel trimestre aprile-giugno 2017, rispetto al trimestre precedente, l’aumento dell’export (+0,6%) coinvolge esclusivamente l’area Ue (+2,3%), mentre l’area extra Ue risulta in diminuzione (-1,4%). Nello stesso periodo le importazioni registrano una crescita superiore a quella delle esportazioni (+0,9%).
A giugno 2017 la crescita tendenziale dell’export si mantiene sostenuta (+8,2%) e riguarda in misura analoga sia l’area extra Ue (+8,3%) sia quella Ue (+8,2%); l’aumento dell’import (+9,9%) è determinato da entrambe le aree di sbocco (+12,0% per l’area extra Ue e +8,6% per l’area Ue).
Per quanto riguarda i settori che contribuiscono in misura più rilevante alla crescita dell’export, incrementi significativi si registrano per autoveicoli (+19,0%), sostanze e prodotti chimici (+14,4%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+10,9%) e prodotti delle altre attività manifatturiere (+10,0%).
Rispetto ai principali mercati di sbocco, si segnala la marcata crescita tendenziale delle esportazioni verso Germania (+8,0%), Francia (+9,0%) e Stati Uniti (+12,4%).
A giugno 2017 il surplus commerciale è di 4,5 miliardi (+4,7 miliardi a giugno 2016).
Nei primi sei mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge 19,1 miliardi (+36,0 miliardi al netto dei prodotti energetici) con una crescita sostenuta sia per l’export (+8,0%) sia per l’import (+11,3%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel mese di giugno 2017 l’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,5% rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,7% nei confronti di giugno 2016.
L’aumento tendenziale dei prezzi all’importazione dipende principalmente dalle dinamiche dei beni intermedi, sia nell’area euro (+3,0%) sia in quella non euro (+2,8%)”. Lo ha reso noto l’ISTAT in un comunicato sul proprio sito.

 

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