Le “spese obbligate” degli italiani nel 2018
Tra le voci di spesa degli italiani ce ne sono alcune cosiddette “obbligate”. Uscite vincolate, per le quali il cittadino «ha poca, o nessuna libertà di scelta», sottolinea l’Ufficio studi della Confcommercio, che ha provato a quantificarle. Ecco con quali risultati.
Nel 2018 la quota di “spese obbligate” toccherà il 40,7% sul totale dei consumi. Il dato è in calo rispetto al 2014 (-1%) ma l’incidenza resta comunque «elevata». L’analisi osserva che le “spese obbligate” arrivano a pesare «quasi 7.300 euro l’anno pro capite», con la voce relativa all’abitazione particolarmente rilevante: tra affitti, manutenzioni, bollette e utenze assorbe «circa 4.200 euro».
Oltre al capitolo abitazione, in crescita risulta anche la voce riservata alla sanità: 629 euro annui a testa, pari al 3,5% sul totale dei consumi. L’Ufficio studi di Confcommercio osserva che «su tali andamenti hanno pesato anche le esigenze di finanza pubblica, che hanno portato gli enti erogatori dei servizi, come nel caso dello smaltimento dei rifiuti, a frequenti aumenti dei prezzi (tariffe). Inoltre, le esigenze di risanamento degli squilibri di bilancio regionali imputabili alla spesa sanitaria, hanno accresciuto la quota di partecipazione richiesta ai cittadini (ticket su farmaci, prestazioni diagnostiche e ambulatoriali etc.)».
L’elenco delle “spese obbligate” include anche quelle relative alla mobilità (assicurazioni e carburanti) nuovamente in crescita, ma con un’incidenza sul totale in calo. «Tale andamento è derivato in larga parte dagli aumenti dei prezzi dei carburanti», sottolinea l’Ufficio studi. «Ciò nonostante, tra il 2014 ed il 2018 si è rilevato un ridimensionamento della quota destinata a questa componente delle spese obbligate, la cui incidenza dovrebbe tornare, nel 2018, su valori non dissimili da quelli rilevati nel 1995».
In calo, invece, la quota di spesa destinata alla spesa alimentare. Nel 2018 ogni italiano ha destinato all’acquisto di generi alimentari 2.681 euro, un valore in aumento soltanto in termini assoluti. Infatti sul totale dei consumi la quota assorbita dai prodotti della tavola risulta in calo, attestandosi al 15,0% nel 2018 dal 15,2% del 2014, quando già era in riduzione rispetto al 2007.