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Addio al cambio di ora? I possibili vantaggi

Dalle ragioni economiche a quelle legate alla salute dei cittadini, perché il dibattito sullo spostamento delle lancette dell'orologio non è una questione banale
di Redazione

«Abbiamo realizzato una consultazione pubblica e milioni di cittadini hanno risposto. Sono dell’avviso che in futuro debba essere l’ora estiva a divenire la regola»: parola di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, intervistato dal canale televisivo tedesco Zdf. Spieghiamo. La Commissione Europea ha diffuso i risultati di un sondaggio condotto nelle scorse settimane sull’ora legale a cui hanno preso parte 4,6 milioni di persone. Di queste l’84% si è dichiarato a favore dell’abolizione dell’ora legale. Spieghiamo ancora meglio. In realtà non è propriamente sull’abolizione dell’ora legale che si è espressa la maggioranza dei cittadini europei (altrimenti non avrebbero senso le affermazioni di Juncker), bensì sul passaggio dall’ora solare all’ora legale. Quindi adesso la Commissione di Bruxelles proporrà a Parlamento e Consiglio europei di abolire una vecchia direttiva (del 2000) che sanciva il cambio di ora due volte l’anno. L’idea di Juncker, almeno quella sostenuta nell’intervista, è di mantenere la sola ora legale, tecnicamente potrebbe però accadere che i singoli Stati decidano poi da sé.

L’ora legale – spiegandola ai minimi termini – permette ai Paesi del sud Europa di godere nel periodo estivo di un’ora in più di sole (quindi di luce), al contrario nei Paesi del nord ritarda ulteriormente il tramonto, che avviene molto tardi, fenomeno tipico dei mesi più caldi dell’anno. Le conseguenze di una possibile abolizione del cambio ora non sono poche, a cominciare da quelle economiche. Scrive ad esempio La Stampa:

La società che si occupa della gestione della rete elettrica italiana Terna stima in 80 milioni di euro il risparmio per il nostro Paese in termini di consumi elettrici. I dati sugli effetti dell’ora legale sui consumi energetici (in inglese viene chiamata Daylight saving time) non sono omogenei. Studi in Norvegia e Svezia (dove gli effetti dell’ora legale sono ridotti, dal momento che le ore di luce durante l’estate sono molte di più a causa della latitudine) hanno stimato in 16 e 30 milioni i risparmi per i due Paesi.

Uno studio del 2014, commissionato dalla Direzione trasporti e mobilità dell’Ue alla società Icf International, riduce però l’impatto dei risparmi. L’ora legale, in base al confronto tra ricerche diverse, inciderebbe solo per lo 0,5% sui consumi elettrici nazionali e secondo alcuni degli Stati interpellati, potrebbe esserci addirittura un aumento dei consumi, dovuto all’uso dei condizionatori e al fatto che le persone restano sveglie più a lungo.

Altri effetti sono riconducibili alla salute delle persone. Si ritiene, infatti, che l’apparente innocuo spostamento delle lancette dell’orologio abbia ripercussioni negative sulla qualità del sonno e provochi un calo della concentrazione. Secondo alcuni studi può addirittura essere, nei casi più gravi, la ragione di possibili attacchi cardiaci dovuti ad un incremento di stress: l’organismo avrebbe bisogno di una settimana per abituarsi ai nuovi ritmi. Il dibattito sull’abolizione del passaggio all’ora legale è in verità più datato di quanto si possa pensare, e già all’inizio di quest’anno il Parlamento europeo ha votato per mantenere la direttiva vigente e chiedere alla Commissione un’analisi sul tema più approfondita. Quest’ultima, tuttavia, sembra orientata a proporre già a breve delle modifiche sostanziali.

 

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