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Anche il settore del trasporto aereo è in difficoltà

La pandemia e il lockdown hanno bloccato il traffico aereo, provocando danni economici per molte compagnie. Secondo l’Enav, però, il mese di luglio mostra segnali di ripresa

di Redazione

L’emergenza coronavirus ha colpito particolarmente il settore del trasporto aereo, penalizzato dal lockdown e dalla chiusura delle frontiere nazionali per evitare i contagi. La ripresa dei viaggi all’interno dell’Unione europea e tra paesi terzi ha riproposto però il problema dei “contagi di ritorno” che hanno portato a chiedere a molte regioni italiane di rafforzare i controlli da chi arriva dall’estero. Questo potrebbe nuovamente creare problemi alle compagnie aeree che ancora non si sono riprese dalla fase più acuta della pandemia.

La compagnia aerea low cost Ryanair, per esempio, ha annunciato di aver registrato una perdita netta di 185,1 milioni di euro nel primo trimestre dell’anno fiscale 2020-2021 proprio a causa della pandemia. Il numero di passeggeri è diminuito del 99%, passando da 42 milioni di passeggeri nel 2019 a  500.000 quest’anno, e conseguentemente, costringendo a terra oltre il 99% della flotta della compagnia aerea. Per l’imminente futuro la compagnia prevede di tornare operativa al 40% del programma normale a luglio, arrivando al 60% ad agosto e circa al 70% entro settembre. Le stime però prevedono anche che il traffico per il 2021 scenderà del 60% vista la situazione di emergenza sanitaria e di incertezza.

La perdita di viaggiatori scatena un ulteriore problema, sottolineato dalle previsioni di Oag, la piattaforma internazionale specializzata nel monitoraggio del settore dell’aviazione, secondo cui un volo su tre previsto ad agosto in Italia sarà cancellato per la difficoltà a riempire i posti in aereo. Infatti, le compagnie aeree stanno sì ripristinando lo stesso numero di voli, ma non riuscendo a riempire gli aerei li sopprimono per poter concentrare più passeggeri di una stessa tratta su un solo volo. Secondo l’analisi, compiuta in due momenti a circa un mese di distanza, emerge che i posti in partenza dall’Italia ad agosto sono passati dai 9,62 milioni previsti il 22 giugno a 6,69 milioni calcolati il 20 luglio scorso, ovvero il -30,5%.

La situazione però risulta ancora ambigua poiché a causa dell’aumento dei contenzioni per i risarcimenti dei voli cancellati e rimborsati solo tramite voucher, secondo l’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, i voli in partenza dopo i primi di giugno non potranno essere cancellati a causa del coronavirus. Contro i rimborsi tramite voucher si è espressa anche l’Unione europea che secondo il regolamento europeo prevede l’obbligo di rimborsare i biglietti entro 7 giorni dalla cancellazione. L’orientamento del governo italiano, incline a sostenere la linea dei voucher validi almeno 12 mesi, ha portato l’Unione europea ad una richiesta di procedura d’infrazione contro l’Italia.

Intanto l’attuale fase che consente gli spostamenti tra paesi sta facendo riprendere il traffico aereo: se si conta il 40% dei voli operati rispetto allo stesso periodo del 2019, l’Enav sottolinea anche che nella prima metà di luglio i voli sopra l’Italia sono più che raddoppiati rispetto a giugno. Dal primo al 15 luglio, l’Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, ha gestito complessivamente 33 mila movimenti, mentre per tutto il mese di giugno ne erano stati gestiti solo 26.300, tanto che nella prima metà di luglio è stato recuperato il 20% di traffico facendo ridurre il calo su base annua al 66%.

 

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