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Ritorno a scuola, genitori favorevoli

Ma secondo un sondaggio condotto da IZI in collaborazione con Comin & Partners, il 51,1% degli intervistati è d’accordo solo se il ministero adotterà regole di sicurezza idonee, mentre il 34,4% lo è in ogni caso

di Redazione

La scuola inizierà ufficialmente il 14 settembre, come previsto dall’ordinanza che stabilisce l’avvio delle lezioni per l’anno scolastico 2020/21 firmata dalla ministra Azzolina. Intanto è stato dato il via libera al Documento di indirizzo fornisce indicazioni organizzative specifiche per garantire per la ripresa in sicurezza delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia per la fascia 0-6. Le linee guida per la ripartenza non sono però ancora ovunque chiare: mancano conferme sulla composizione numerica delle classi, degli spazi, di quanti giorni di didattica a distanza e in presenza fare.

La possibilità del rientro in classe, oltre che essere un segnale di ritorno alla normalità dopo l’emergenza coronavirus, trova d’accordo molti genitori: secondo sondaggio condotto da IZI in collaborazione con Comin & Partners, l’85,5% dei genitori è favorevole al ritorno in classe a settembre, nello specifico il 51,1% solo se il ministero adotterà regole di sicurezza idonee e il 34,4% in ogni caso perché la didattica in presenza non è sostituibile completamente da quella a distanza. Al contrario il 14,5% dei genitori intervistati non è d’accordo con il rientro dei figli a scuola perché non crede che si possano garantire le condizioni di sicurezza necessarie per evitare un possibile contagio.

Alcune delle possibili soluzioni, individuate dai genitori, per un rientro a scuola in sicurezza dei propri figli, coincidono con quelle ipotizzate dalla ministra, prima tra tutti l’ipotesi di classi meno numerose ritenuta una possibile soluzione al contenimento dei contagi dal 45% dei genitori. Meno facile da applicare il 36,1% dei genitori vede una soluzione anche nell’ampliamento degli spazi per poter assicurare meglio il distanziamento, mentre per un terzo anche l’ipotesi dei banchi singoli, proposti dalla stessa ministra aiuterebbe a evitare i contagi. Tra le altre possibili soluzioni l’uso delle mascherine nelle aree comuni, indicata dal 29,6% dei genitori, l’organizzazione di alcune lezioni in spazi aperti, per il 17,8% e turni differenziati o giornalieri anche tramite lezioni più brevi, per il 15,7% dei genitori.

Comunque, il 62,5% dei genitori ritiene che il ministero dovrebbe riadottare la didattica a distanza in caso di un nuovo incremento significativo dei contagi.

Questo soprattutto perché più della metà dei genitori intervistati riconosce tra gli aspetti positivi della didattica a distanza che essa è l’unico strumento che ha consentito – e consentirà, nel caso di nuove chiusure – di non interrompere l’insegnamento e quindi l’anno scolastico per i figli. In generale il 60,8% dei genitori di figli che frequentano una scuola primaria o secondaria ha giudicato positivamente la didattica a distanza: secondo l’indagine il 50,5% la valuta abbastanza positivamente e il 10,3% molto positivamente. Tra gli altri aspetti positivi della DaD, per il 15,7% permette di sperimentare nuove metodologie didattiche e per il 12,4% è un’opportunità per migliorare le competenze digitali.

Mentre gli aspetti della didattica a distanza ritenuti negativi dai genitori sono la mancanza di un confronto diretto per il 23,3% dei genitori poiché la DaD non sostituisce completamente le lezioni in presenza, l’aumento delle disuguaglianze sociali tra gli studenti per il 22,1%. Ma dalla ricerca emergono anche problematiche legate “agli adulti” il 21,1% dei genitori sottolinea che gli insegnanti non sono sufficientemente preparati e il 13,9% che questa modalità impegna di più la famiglia nel seguire l’attività di studio e di lezione dei figli.

 

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