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L’occupazione nel settore del commercio

La crisi colpisce duramente: occupati diminuiti del 5,8%, con un calo quasi doppio rispetto a quello osservato per il complesso dell’occupazione

di Redazione

La crisi provocata dalla pandemia sta colpendo duramente il commercio, tra i settori che più risentono delle misure per contenere la diffusione del virus. Gli occupati nel commercio, non a caso, sono diminuiti del 5,8%, con una flessione di circa 191 mila unità nel secondo trimestre rispetto all’anno precedente, con un calo quasi doppio rispetto a quello osservato per il complesso dell’occupazione (pari al 3,6%). In particolare i lavoratori indipendenti del commercio sono crollati del 9,3% e gli autonomi senza dipendenti del 12,7%. Questi i dati illustrati dal direttore centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell’area delle statistiche economiche dell’Istat, Gian Paolo Oneto, in un’audizione alla Commissione attività produttive della Camera.

Secondo le stime provenienti dall’indagine sulle forze di lavoro, si legge nel documento diffuso dall’Istat, i lavoratori del commercio ammontano, nel secondo trimestre 2020, a 3 milioni 112 mila e rappresentano il 13,7% del totale degli occupati. Rispetto al secondo trimestre 2019 gli occupati del settore sono diminuiti del 5,8% (per un totale di circa 191 mila unità). Una maggiore tenuta ha caratterizzato l’occupazione nel commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (il 13,1% degli occupati nei settori del commercio), diminuita dello 0,4%. Il calo è stato del 6,1% per gli occupati del commercio all’ingrosso, che rappresentano circa un quarto degli occupati nel settore del commercio, e del 6,7% per quelli del commercio al dettaglio, che occupa più del 60% del totale del settore.

Il numero di occupati diminuisce sia tra i lavoratori sia tra le lavoratrici, che costituiscono circa il 41% degli occupati nel commercio. La componente femminile pesa tuttavia in misura molto diversa nelle tre divisioni: da poco più di un decimo nel commercio di autoveicoli e motocicli, si passa al 30,8% nel commercio all’ingrosso e si arriva al 50,9% nel commercio al dettaglio. Proprio in quest’ultima divisione il calo nel numero di occupate è stato particolarmente marcato e simile a quello maschile (-6,5% contro -7% tra gli uomini); nel commercio all’ingrosso, invece, il numero di occupate è rimasto sostanzialmente invariato, a fronte di una diminuzione dell’8,8% tra gli uomini. 

Differenze significative emergono anche rispetto all’età degli occupati: gli ultracinquantenni, che rappresentano circa un terzo della manodopera del settore commerciale, sono calati di appena l’1,6%, a fronte di una diminuzione dell’8,7% per i 35-49enni (i quali rappresentano il 40,3% dell’occupazione nel commercio); tale fascia d’età ha registrato una caduta più marcata nel commercio al dettaglio (-10,1%). Gli occupati più giovani, che pesano per il 26,8%, sono diminuiti del 6,4% a causa essenzialmente della forte riduzione (vicina al 15%) nel commercio all’ingrosso.

Infine, riguardo alle tendenze territoriali, nel Mezzogiorno gli occupati del commercio mostrano una diminuzione superiore alla media e pari all’8,2%, passando da 997 mila del secondo trimestre 2019 a 916 mila nel secondo 2020; nel commercio all’ingrosso e nel commercio al dettaglio il calo occupazionale raggiunge il 9% ed è quasi doppio rispetto a quello registrato nel Nord e circa triplo di quello osservato nel Centro.

(fonte: Istat)

 

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