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Cosa aspettarsi dallo stop alle auto a benzina, diesel e gpl

Una decisione che rappresenta una svolta epocale, ma che secondo molti mette a rischio migliaia di posti di lavoro. Le auto elettriche negli ultimi anni stanno tuttavia acquistando sempre più peso nelle vendite

di Redazione

Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla proposta della Commissione europea che introduce lo stop alla produzione e alla vendita di auto a benzina, diesel e gpl, a partire dal 2035. I voti a favore sono stati 339, 249 quelli contrari. Una proroga al 2036 è stata concessa invece alla case automobilistiche che producono tra le mille e le diecimila vetture e i furgoni (fino a 22 mila). Si tratta di uno step: adesso la misura dovrà essere negoziata con il Consiglio dell’Unione europea e soltanto dopo questo passaggio diventerà definitiva.

La misura, che rientra nel “Fit for 55”, il piano contro il cambiamento climatico presentato dalla Commissione Ue l’anno scorso e che punta a raggiungere gradualmente la neutralità carbonica entro il 2050, è stata accolta anche con scetticismo e qualche perplessità.

C’è chi teme infatti ripercussioni negative su un settore industriale che, al pari di molti altri comparti, sta uscendo da un biennio caratterizzato dalla fase più acuta della pandemia.

A rischio ci sono migliaia di posti di lavoro, anche in Italia: secondo una stima dell’ANFIA, l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica, sono circa 70 mila, legati alla produzione delle componenti che non occorreranno ad un’industria dedicata soltanto alle auto elettriche. Una soluzione all’emorragia occupazionale, che rischia di verificarsi senza contromisure, ci sarebbe: l’associazione ha chiesto ad esempio «azioni» per trasferire in Italia «pezzi di filiera legati alla produzione di batterie per le auto elettriche».

Pur continuando a rappresentare una porzione marginale sul totale complessivo delle vetture in circolazione, le auto elettriche stanno acquistando sempre più peso. Nel primo trimestre del 2022, secondo l’ACEA, l’Associazione che raccoglie le case automobilistiche europee, le vendite di auto elettriche nell’Unione europea sono cresciute del 53,4%, per un totale di 224.145 unità, raddoppiando la loro quota al 10% del totale.

Alcuni mercati sono stati molto vivaci – Spagna (+110,3%), Francia (+42,7%), Germania (+29,3%) –, altri un po’ meno, tipo l’Italia: complice il ritardo nel varo degli eco-incentivi, il mercato italiano è stato l’unico caso in Europa a registrare una diminuzione delle vendite (-14,9% rispetto lo stesso periodo del 2021 e 11.289 zero emissioni vendute contro le 13.272 di un anno fa).

La crescita delle auto elettriche rischia un rallentamento, però: l’ACEA ha denunciato infatti un grave ritardo infrastrutturale, sottolineando che la costruzione delle colonnine di ricarica non riesce a tenere il passo delle vendite. Quest’ultime sono aumentate infatti di oltre 10 volte tra il 2017 e il 2021, mentre il numero di caricabatterie pubblici nell’Ue è cresciuto di meno di 2,5 volte nello stesso periodo.

 

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