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L’impatto dell’aumento dell’inflazione sulle famiglie europee a basso reddito

Secondo uno studio della Banca centrale europea il divario inflazionistico tra le famiglie più povere e quelle più ricche è aumentato notevolmente negli ultimi mesi

di Redazione

Mentre tra il 2011 ed il novembre del 2021 il divario inflazionistico tra il quintile di reddito più basso e quello di reddito più alto è rimasto sostanzialmente stabile, oscillando tra -0,25% e 0,25%, tra il settembre dello scorso anno e lo stesso mese del 2022 il divario ha registrato un balzo, passando da 0,1 punti percentuali a 1,9, toccando così il livello più alto dal 2006.

Photo by Valentina Locatelli on Unsplash

È quanto emerge da uno studio della Banca centrale europea basato sui risultati dell’indagine Consumers Expectations Survey, secondo cui alla base dell’aumento di questo divario c’è il forte aumento che ha interessato i prezzi dell’energia e quelli dei generi alimentari, unito alla grande differenza di panieri di consumo delle due classi di reddito.

Le famiglie a basso reddito nell’area dell’euro, spiega infatti la BCE, spendono una quota maggiore della loro spesa totale per consumi in cibo, elettricità, gas e riscaldamento e una quota inferiore per i trasporti, attività ricreative, ristoranti e casalinghi rispetto alle famiglie ad alto reddito.

Inoltre, le famiglie più ricche tendono a consumare varietà più costose di articoli all’interno della stessa categoria di beni (ad esempio, acquistando prodotti di marca invece di prodotti white label più economici). Questi comportamenti di acquisto diversi evidenziano anche che le famiglie ad alto reddito hanno un’altra strada disponibile per ridurre la propria spesa, sostituendo prodotti costosi con alternative più economiche, mentre le famiglie a basso reddito tendono già ad acquistare varietà più economiche e sono quindi meno in grado di attutire l’impatto dell’inflazione attraverso la sostituzione. 

 

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