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I numeri dei flussi migratori attraverso le rotte del Mediterraneo

Nel 2022 l’Italia ha registrato oltre 105.100  nuovi arrivi, il dato più alto dal 2017

di Redazione

Il governo ha dichiarato uno stato di emergenza della durata di sei mesi applicabile su tutto il territorio nazionale per l’aumento dei flussi migratori dal Mediterraneo. In questo modo, il governo si pone l’obiettivo di adottare misure più rapide ed efficaci nell’ambito delle misure di accoglienza, identificazione o espulsione dei migranti. Ma cosa dicono i numeri al riguardo?

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Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022, 105.131 migranti hanno raggiunto le coste italiane attraverso le varie rotte del Mediterraneo, stando ai numeri diffusi dalla Polizia di Stato, confermando un aumento della pressione dei flussi migratori sul nostro paese. Un ulteriore incremento è stato registrato nel primo trimestre di quest’anno, dopo un allentamento tra il 2017 e il 2019. Lo scorso anno, Sicilia e Calabria, rispettivamente con 79.016 e 18.100 migranti sbarcati, sono state le regioni italiane maggiormente interessate dal fenomeno. A seguire la Puglia (4.908), la Sardegna (2.103), la Campania (641), la Toscana (250) e l’Emilia Romagna (113). Nei primi mesi del 2023 il trend è proseguito: gli arrivi sono stati 31.357, secondo i dati del ministero dell’Interno aggiornati a ieri, martedì 11 aprile 2023, in aumento rispetto agli 8.432 dello stesso periodo dell’anno precedente. Molti però non riescono a portare a termine la traversata: nel primo trimestre del 2023 l’Onu ha registrato 441 vittime, il numero più alto dal 2017.

Tra le altre cose il provvedimento del governo prevede lo stanziamento di cinque milioni di euro, soprattutto per «realizzare nuove strutture, adeguate sia alle esigenze di accoglienza sia a quelle di riconoscimento e rimpatrio dei migranti che non hanno i requisiti per la permanenza sul territorio nazionale». C’è da ricordare, al riguardo, che l’Italia è principalmente un paese di transito per tanti migranti e da tempo, inoltre, diverse associazioni denunciano le condizioni in cui versano i Centri di permanenza per i rimpatri (CPR). 

In ogni caso i numeri diffusi dalla Polizia di Stato fanno il paio con quelli forniti dall’Unicef, secondo cui l’Italia è il primo paese d’arrivo di rifugiati e migranti in Europa: nel 2022 ha registrato oltre 105.100  nuovi arrivi, contro i 67.400 del 2021, il numero più alto dal 2017. Nei primi tre mesi del 2023 – si legge nella nota –, gli arrivi sono stati già almeno 28.750, tra i quali cinquemila minori, cui si aggiungono oltre 173.600 rifugiati ucraini  (49.400 bambini sotto i 18 anni).

In generale più di 2,4 milioni persone hanno attraversato il Mediterraneo dal 2014 ad oggi, in fuga da guerre, violenze e povertà e più di 26.800 vi hanno perso la vita. Nei primi tre mesi del 2023, gli arrivi sono stati già più di 36.100, di cui circa 7.200 minori, provenienti da Medioriente e Nord Africa, Africa Sub-Sahariana, Asia Centrale e Meridionale. Alla fine del 2022, 132.815 tra rifugiati e migranti risultavano presenti in Italia, Grecia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria e Serbia (i paesi più colpiti dall’emergenza, osserva l’Unicef), di cui circa uno su cinque minori: 47.392 bambini e adolescenti, tra i quali 21.145 non accompagnati. A questi, infine, si sono aggiunti oltre 265.118 rifugiati provenienti dall’Ucraina.

 

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