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Quando i pannolini riducono l’impatto ambientale

di Claudia Perrone

Care mamme, quando cambiate il pannolino ai vostri figli avvertite l’impulso immediato di buttarlo il prima possibile nell’inceneritore? Ebbene da oggi il vostro desiderio potrà essere esaudito. I pannolini conosceranno così nuova vita grazie ad un innovativo processo che sarà in grado di trasformarli in materie prime “seconde”.
Tutto questo sarà possibile grazie ad un progetto condotto da Roberto Marinucci, direttore generale della Fater spa (l’azienda che produce e commercializza in Italia, tra gli altri prodotti, i pannolini per bambini Pampers), con la collaborazione del Comune di Ponte delle Alpi, in provincia di Belluno, ed il supporto del Centro riciclo di Vedelago. L’idea nasce dall’impegno nella ricerca di materie alternative in grado di ridurre l’impatto ambientale e allo stesso tempo diminuire la quantità dei rifiuti urbani. Idea che al momento sembra presentare solo vantaggi: dal punto di vista ambientale riducendo la quantità dei gas serra prodotti dalla putrefazione dei rifiuti stessi; dal punto di vista economico abbassando i costi derivati dallo sfruttamento delle materie prime e conseguentemente apportando un guadagno anche nello smaltimento dei rifiuti.
L’impianto è stato progettato da Marcello Somma, un ingegnere chimico di 38 anni, responsabile dello sviluppo sostenibile in Fater spa.
A questo punto bisogna capire in che modo lavora tale struttura. All’interno dell’impianto i rifiuti subiscono un processo di trasformazione: i pannolini rinascono sotto forma di plastica in granuli e cellulosa da cui poter ricavare una quantità innumerevole di prodotti da immettere nuovamente sul mercato, come ad esempio panchine, giochi per i parchi pubblici, oggetti per l’arredo urbano o cartoni da imballaggio.
Il processo che permette la trasformazione dei materiali non prevede l’utilizzo di elementi chimici, ma solo getti di vapore ad alta pressione che sterilizzano i materiali, eliminando completamente gli agenti patogeni ed i cattivi odori. In una fase successiva le componenti dei pannolini vengono separate meccanicamente, arrivando ad ottenere plastica e cellulosa, modellate nella forma di piccoli pallini, pronti per realizzare molteplici oggetti.
Tale modalità di riciclo, inoltre, minimizza emissioni pericolose provenienti da discariche e inceneritori. In questo modo si elimineranno 1.824 tonnellate di CO2 ogni anno, riducendo di almeno 4.600 tonnellate i rifiuti in discarica. Verrà così eliminato il 3% dei rifiuti solidi urbani, che tradotto in numeri reali vorrebbe dire tre discariche l’anno.

 

1 Commento per “Quando i pannolini riducono l’impatto ambientale”

  1. Stefano

    proprio un bell’articolo! Complimenti a chi lo ha scritto!!!

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