Canone Rai. Aduc: “Occhio ai facili inviti a diventare evasori fiscali” | T-Mag | il magazine di Tecnè

Canone Rai. Aduc: “Occhio ai facili inviti a diventare evasori fiscali”

In un comunicato diffuso da Aduc, l’associazione scrive: “Approssimandosi la scadenza del rinnovo di quell’imposta che hanno chiamato ‘canone o abbonamento Rai’, in un clima politico-partitico di ricerca di visibilità, la Leganord cerca di lanciare una sorta di disobbedienza fiscale per non pagare questo odioso balzello. Al governo per tanti anni, questo partito, a parte alcuni singoli esempi di dedizione alla contestazione fine a se stessa di questa imposta, non ha mai mosso un dito in questo senso, adagiandosi nella spartizione di prebende e poltrone che caratterizza l’organizzazione della tv di Stato. Ed ecco che viene a dire: non pagate l’imposta; punto e basta. Invito a nostro avviso da non seguire perché poi il Fisco viene a bussare a casa di ognuno che non ha pagato, e se non paga con anche le penali, gli fa, per esempio, il fermo amministrativo del veicolo…. e non c’è la Leganord che andrà a dargli una mano, ma si ritroverà da solo col proprio problema.
Lo ribadiamo, così come è strutturata questa imposta, c’è solo una strada per modificarle e/o cancellarla: il cambio della legge… proposito che solo uno sparuto gruppo di parlamentari prende in considerazione, talmente sparuto che anche loro stessi talvolta se ne dimenticano. L’imposta che si paga per il possesso di un apparecchio tv, per chi ci governa e fa le le nostre leggi, è come il finanziamento pubblico dei partiti: intoccabile poiché tutti ci mangiano sopra. Nei provvedimenti ‘salva Italia’ del Governo Monti, dove non si tocca il finanziamento pubblico ai partiti, si prevedono maggiori azioni contro l’evasione dell’imposta Rai e, per i maggiori evasori (le aziende, e non le famiglie come erroneamente si crede) è previsto che debbano dichiarare in denuncia dei redditi il pagamento della stessa. In questo contesto – conclude Aduc – non possedendo un apparecchio tv, l’unica azione che si possa fare per non farsi mettere i piedi in testa è di non sottostare alle intimazioni di pagamento per il solo fatto di possedere un computer. La questione non è normativamente definita, ma alla Rai ci provano lo stesso. In merito, alcuni anni fa abbiamo fatto presentare un’interrogazione parlamentare e il ministro rispose che il problema esiste e va affrontato (stiamo ancora aspettando), mentre l’Agenzia delle Entrate, quando viene interpellata in merito, risponde che non spetta ad essa rispondere ma all’organo politico, il ministero per l’appunto.
Tutto questo in attesa che la nostra campagna di sensibilizzazione per la privatizzazione della Rai e l’abolizione del canone riesca ad avere spazi istituzionali maggiori, spazi che però non si allargano invitando i contribuenti a divenire evasori fiscali… e poi ognuno per sè”.

 

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