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C’è voglia di Europa in Finlandia e Croazia

di Antonio Caputo

Domenica elettorale, quella scorsa, in giro per l’Europa: primo turno delle elezioni presidenziali finlandesi, e referendum sull’adesione alla UE in Croazia.
Partiamo da Helsinky: dopo un testa a testa per aggiudicarsi la seconda piazza, protrattosi a lungo, tra il Verde Pekka Haavisto, ed il centrista Paavo Vayrynen, a prevalere, aggiudicandosi il “biglietto” per approdare al ballottaggio di domenica 5 Febbraio prossimo, è stato il candidato ecologista, e gay dichiarato, col 18.8% rispetto al 17.5 di Vayrynen. Haavisto si è impennato nei sondaggi proprio nelle ultime battute, aggiudicandosi numerosi voti, soprattutto da parte degli indecisi.
Nettamente in testa, al 37%, il candidato conservatore Sauli Niinisto, esponente del Partito del Premier Katainen (Coalizione Nazionale), che pure era previsto in netto calo, stando, almeno, ai sondaggi degli ultimi giorni, le cui proiezioni gli attribuivano non più del 32%.
I due candidati più votati al primo turno, e che pertanto si sfideranno il 5 febbraio, hanno in comune un sentimento apertamente europeista, a differenza, tanto del già citato centrista Vayrynen, quanto del candidato nazionalista Timo Soini, fermatosi al 9.4%. Puniti, dunque, gli esponenti euroscettici, e questa sembra una risposta dell’elettorato finlandese ai toni della campagna elettorale, che ha visto come tema chiave proprio l’Europa e non poteva essere altrimenti, vista la movimentata situazione nel Vecchio Continente dal punto di vista della politica comune, i riflessi di tali difficoltà sui mercati finanziari, e la centralità delle scelte che si compiono a Bruxelles sulla vita quotidiana dei cittadini.
In leggero calo, infine, l’affluenza alle urne, dal 73.9 delle presidenziali 2006, al 72.7 odierno.
E siamo a Zagabria: schiacciante affermazione dei SI al referendum sull’adesione della Croazia all’Unione Europea, con circa i due terzi dei voti. Si tratta di un dato largamente atteso, perché l’adesione all’Europa era caldeggiata sia dal centrosinitra al Governo, guidato dal neo Premier Zoran Milanovic, sia dai conservatori all’opposizione, tanto che i sondaggi della vigilia davano vincente il SI con una percentuale vicina al 60%.
L’esito, dunque, conferma le previsioni, ed è il primo successo per il premier Milanovic, che proprio sull’ingresso di Zagabria tra i Paesi Comunitari giocava una delle partite fondamentali del suo mandato. Oltre che le principali forze politiche, per il SI alla UE erano schierate anche le forze economico-sociali, gli intellettuali, la Chiesa Cattolica, numerosi blogger.
Unico dato deludente, quello sulla bassa affluenza alle urne: si è recato al voto appena il 43.5% degli aventi diritto, e questo, dato l’ampiezza dello spettro di forze schierate per il SI, ha fatto parlare di flop al fronte del NO, sostenuto per lo più dai partiti ultranazionalisti e ultraconservatori. E’ però probabile che una buona fetta di cittadini, dando per scontata la vittoria europeista, abbia ritenuto superfluo il recarsi alle urne. Il dato croato è il più basso mai registratosi ad un referendum di adesione di un Paese alla Comunità Europea, e batte al ribasso il precedente record negativo, registratosi nel 2003 in Ungheria, quando votò il 45.5%
L’ingresso della Croazia nella UE avverrà nel luglio del 2013, tra poco più di un anno dunque, e allargherà ulteriormente un’Unione che arriverà così a 28 Paesi membri. L’esito dei due voti, finlandese e croato, mostra uno stato di salute dell’Europa inatteso, viste le difficoltà intercorrenti tra i governi continentali: evidentemente è segno che i cittadini sono più avanti dei governanti. Tra tante notizie negative, un buon segno.

 

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