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A cosa gli italiani non rinunciano (ai tempi della crisi)

di Matteo Buttaroni

Marx lo definì “feticismo della merce”, fatto sta che il consumismo è duro a morire. E ciò, pare, nonostante una percezione pessimista della vita a medio e lungo termine. Prendiamo alcuni esempi. Il 43,9% degli italiani (dati Eurispes) possiede due televisori, mentre addirittura il 22,8% ne possiede tre e l’8,6% quattro o più, contro il 21% che dichiara di averne uno soltanto e un misero 3,1% che afferma di non averne affatto.
Esssendo questa l’era dei computer non stupisce il fatto che il 47,2% degli intervistati ne possegga uno, il 27,2% due, il 7,3% tre e il 4,2% che ne possiede quattro o più. Solo il 12,8% del campione dichiara di non averne.
Anche per quanto riguarda tecnologie risulta che il 54,9% degli intervistati possiede almeno un impianto hi-fi e 58,8% che possiede almeno un lettore dvd contro, rispettivamente, il 33,4% e il 17,2% che affermano di non averne alcuno.
Più basso è il dato riguardante il possesso d consolle per videogiochi, secondo cui il 30,2% ne possiede uno e il 6,6% che ne ha due, a fronte del 57,8% che dichiara di non averne.
Ancora un calo si trova nella diffusione dei tablet che, secondo la ricerca, è posseduto da solo il 16,9% del campione.
Un dato che sicuramente non stupirà è quello relativo al possesso del cellulare: l’81,4% ne possiede uno e quasi uno su due possiede almeno uno smartphone.
Secondo il sondaggio contenuto nel Rapporto Italia 2012 risultano in sempre più rapida diffusione gli abbonamenti come internet e tv satellitare. Al contrario di internet, che è presente nel 75% delle case, gli abbonamenti tv vanno un po’ a rilento: solo il 27,8% degli intervistati paga il canone per l’abbonamento della tv satellitare e ancor meno, il 17,7%, paga l’abbonamento della tv digitale.
Per quanto riguarda l’abbonamento a internet la fascia di età che più ne usufruisce è sicuramente quella dei giovani con età compresa tra i 18 e i 24 anni (93,8%), seguito dalla fascia di età che va dai 25 ai 34 (84,7%), dai 35-44enni (80,9%) e dalla fascia compre tra i 45 ed i 64 anni (79%). Scende notevolmente il numero di abbonati sopra i 65 anni: 44,9%.
Non solo tecnologie, naturalmente. Secondo la ricerca, il lusso più difficile al quale rinunciare, nonostante la crisi economica, è quello riguardante la frequentazione di locali e ristoranti: il 41,7% dichiara di aver paranzato e cenato fuori qualche volta mentre il 9,4% affrema di aver mangiato fuori casa spesso.
Più facile sembrerebbe la rinuncia all’acquisto di beni come oggetti di antiquariato e di gioielleria, o la frequentazione di concerti, mostre e teatri. Più specificatamente durante il 2011 l’87,7% non ha mai acquistato beni antiquari, il 66,5% non ha mai fatto acquisti in gioielleria, mentre a non avere mai speso soldi per l’acquisto di biglietti per concerti o teatro è il 59%. Il 77% non ha mai frequentato un centro benessere e il 49,2% dichiara di non aver fatto viaggi oltre a quello estivo mentre il 40,4% e il 40,3% dichiarano rispettivamente di aver rinunciato all’acquisto di capi di marca e di trattamenti estetici.

 

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