I figli dei ricchi sono i più maleducati
L’educazione non è di casa, almeno in quelle dei più ricchi. Questo è quanto verrebbe da dire leggendo una ricerca condotta su un campione di 300 persone, professionisti del servizio come camerieri, albergatori, commessi e tassisti italiani contattati per conto dell’agenzia formativa Polo Psicodinamiche di Prato.
Tra i ragazzi under 25 di famiglie benestanti e i coetanei di famiglie meno agiate, non c’è solo una differenza economica. I due gruppi si differenziano, sostiene lo studio, anche per il comportamento e gli atteggiamenti. I ragazzi più ricchi vengono giudicati da ben il 68% del campione contattato più arroganti (26%), spocchiosi (13%), supponenti (10%), calcolatori (9%) e incapaci di gesti di compresione e umanità (8%) rispetto ai ragazzi della stessa età economicamente più deboli. Maleducati quasi sempre, generosi mai. “Il 23% di loro non lasciano mai mance o, se lo fanno – si legge in una sintesi del rapporto – lasciano molto poco e solo a meno dell’8%, riconoscono cifre superiori ai 30 euro; il 33% del campione ha risposto che la mancia media è ormai sui 5 euro, un 9% riceve solo resti e monete e per un 5% c’è chi arriva anche a lasciare addirittura 10 centesimi”.
Che stiano in viaggio o che si divertano nei locali e nelle discoteche, i giovani rampolli non si smentiscono: imperterriti si mostrano arroganti e maleducati. Ad esempio, quando viaggiano non danno del tu al personale di bordo (29%), parlano al telefono senza degnare il conducente (55%), maltrattano gli autisti (32%) e tassisti, con quest’ultimi che vengono addirittura accusati (nel 45% dei casi) di frodare sulle corse preferendo percorsi allungati; mentre nel 6% dei casi addirittura entrano in hotel lasciando la corsa da pagare.
Comportamenti simili anche nei locali dove, a detta del 48% dei camerieri, i ricchi under 25 non pagano la consumazione e, nel 35% dei casi, bevono alcolici a dismisura e anche oltre gli orari consentiti dalla legge, sporcano i bagni lasciandoli in stati pietosi (21%) e soprattutto urlano (il 18%), mentre nel 34% dei casi va anche peggio con risse e baruffe. In più della metà delle volte, precisamente nel 67% dei casi, quando questi giovani entrano in un locale in gruppo, mostrano arroganza e pretendono il miglior posto; “nel 42% dei casi – prosegue il rapporto – lanciano provocazioni o apprezzamenti pesanti al personale femminile, mentre nel 21% dei casi nei ristoranti fanno eccessivo rumore e lanciano oggetti o pezzi di cibo verso i tavoli contigui”.
Tassisti, camerieri, albergatori, commessi e autisti hanno a che fare con giovani che si dimostrano sempre più maleducati. Ma c’è anche chi, come lo psicologo e psicoterapeuta Ezio Benelli, direttore del Polo Psicodinamiche di Prato, ha cercato di capire i perché di questi comportamenti “discutibili”. Per Benelli, questi atteggiamenti “prendono le mosse il più delle volte da una carenza affettiva che genera un’aggressività repressa.
Quest’ultima, non potendo essere espressa contro chi ne è la causa, ovvero i genitori, che garantiscono loro il benessere, finisce inevitabilmente per riversarsi contro persone che in qualche modo questi ragazzi di buona famiglia sentono inferiori a loro.”