Agenda digitale e crescita economica
Previsti risparmi tra i quattro e i 13 miliardi di euro e una crescita del Pil del 4-5%. Tanto dovrebbe valere l’agenda digitale italiana su cui, come si legge in una nota del ministero dello Sviluppo economico, la cabina di regia interministeriale “ha aperto una consultazione pubblica accessibile da parte di tutti i soggetti interessati dall’11 aprile al 15 maggio 2012”.
“La Cabina – spiega il ministero –, che ha il compito di accelerare il percorso di attuazione dell’Agenda in raccordo con le strategie europee, predisponendo una serie di interventi normativi, è stata istituita il primo marzo 2012 con decreto del ministro dello Sviluppo economico di concerto con il ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, il ministro per la Coesione territoriale, il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e il ministro dell’Economia e delle finanze. La consultazione è divisa per aree tematiche: infrastrutture e sicurezza, eCommerce, Alfabetizzazione digitale e Competenze digitali, eGovernment, ricerca & innovazione e smart cities & communities. È possibile rispondere a tutte o solo ad alcune aree di interesse. I contributi alla consultazione saranno analizzati dall’intera cabina di regia per la definizione delle politiche di sviluppo basate sull’economia digitale. Il progetto strategico Agenda digitale è una delle novità contenute nel decreto Semplifica Italia”.
Quanto vale internet in Italia? Fino al 2% di impatto diretto sul Pil (e ulteriori 20 miliardi di euro di impatto indiretto negli ultimi quattro anni per un contributo alla crescita pari al 14% del Pil), 700 mila posti di lavoro creati e sette miliardi di euro in surplus di valore per i consumatori italiani. I dati, resi noti alla fine del 2011, sono contenuti nel rapporto Sviluppare l’economia digitale in Italia: un percorso per la crescita e l’occupazione redatto dal Digital Advisory Group.
L’impatto di performance sulle Pmi, inoltre, è stato circa del 10% di crescita annua per le aziende attive sul web, rispetto alla stagnazione delle non attive. Secondo la più recente indagine condotta da Assinform, l’associazione delle aziende informatiche aderente a Confindustria digitale, mentre nel resto del mondo il mercato dell’Ict (Information and communication tecnology) lo scorso anno è cresciuto complessivamente del 4,4%, nel nostro Paese lo stesso settore è calato del 3,6%, per un valore complessivo di 58 miliardi di euro. Per la precisione, spiega il rapporto, l’informatica non ha superato i 17,7 miliardi (-4,1%) e le telecomunicazioni i 40,4 miliardi (-3,4%). E le previsioni non sono neppure delle più rosee: il mercato dell’Ict soffrirà ancora, sostiene Assinform, con un probabile calo medio pari al 2,2% (2,3% per l’It e 2,1% per le Tlc).
Tanto per rendere ulteriormente l’idea del nostro ritardo strutturale basti pensare che in Gran Bretagna Internet vale il 7% del Pil.