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Le istituzioni e gli annunci da dare al momento giusto

Le istituzioni, e chi le rappresenta, non devono annunciare gli atti. Devono vararli. Gli annunci vanno comunicati dopo, a scelte compiute. È perciò discutibile che un rappresentante del governo, approfittando della sua presenza in un noto salotto televisivo, arrivi ad annunciare, con nonchalance, una misura volta a tagliare di un punto le aliquote Irpef più basse dal 27 al 26 e dal 23 al 22%. Comprensibile, dunque (e in teoria), il comunicato diramato da Palazzo Chigi nella serata di martedì quando il Cdm era ancora in fase di svolgimento.
“La Presidenza del Consiglio dei Ministri fa presente che qualsiasi indiscrezione sui contenuti della legge di stabilità, attualmente in discussione nel Consiglio dei Ministri, è destituita di ogni fondamento, anche se proveniente da Ministri o Sottosegretari, anche nel corso di trasmissioni radio-televisive”.
È tuttavia curioso risvegliarsi la mattina successiva apprendendo che il governo ha deciso di tagliare di un punto le aliquote Irpef più basse dal 27 al 26 e dal 23 al 22% alla stregua di quanto sostenuto dal sottosegretario ospite della trasmissione televisiva la sera precedente. Il quale, probabilmente consapevole della delicatezza del tema, aveva persino messo le mani avanti: “Spero che il Consiglio dei ministri non mi smentisca tra pochi minuti…”.
Delle due, l’una. O il sottosegretario, preso dall’entusiasmo, è andato sopra le righe comunicando qualcosa che non andava comunicato o in Cdm fino all’ultimo non hanno avuto le idee chiare al riguardo. Il che implica che a sua volta la nota di Palazzo Chigi è da considerarsi una mossa azzardata. Un doppio errore, per dirla in altri termini. O peggio: un errore nell’errore. Ma in tutta sincerità non vorremmo mai credere che una decisione del genere sia stata confermata (dopo la smentita) “solo” perché ormai annunciata. Sarebbe come a dire che in una partita di calcio è opportuno che l’arbitro assegni un rigore inesistente ad una delle due squadre perché poco prima aveva preso un abbaglio favorendo gli altri. Tale atteggiamento, in ogni caso, non renderebbe giustizia ad alcuno. E soprattutto non è da un governo tecnico che ci si può aspettare qualcosa di simile.

 

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