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La condizione economica delle famiglie

Secondo la rilevazione dell’Eurispes, l’80% dei cittadini è convinto che la situazione economica generale sia peggiorata negli ultimi dodici mesi (per il 61,5% “nettamente” e per il 18,5% in parte); tuttavia il dato nella rilevazione dello scorso anno si attestava al 93,6%. Parallelamente, la quota di chi pensa che la situazione sia migliorata (nettamente o in parte) passa dall’1,4% del 2012 al 10,9% di quest’anno.
Come ogni anno il Rapporto Italia dell’Eurispes rappresenta una fedele istantanea della nostra società. In particolare, rileva l’istituto di ricerca, rileva una visione “assai fosca e pessimista della condizione economica del Paese).
Nello specifico, la maggior parte degli italiani (52,8%) sono convinti che la situazione economica del Paese subirà un peggioramento nei prossimi 12 mesi, in molti sono sicuri che rimarrà stabile (27,9%) e solo un italiano su dieci indica un sicuro miglioramento. Gli imprenditori sono la categoria più pessimista e sfiduciata nel futuro economico del nostro Paese che con il 65,5% di indicazioni di un peggioramento staccano di oltre dieci punti percentuali tutte le altre categorie.
Nel 2012, sette italiani su dieci (70%) hanno visto peggiorare la situazione economica personale (per il 40,2% di molto, per il 33,3% in parte). Sono davvero pochi coloro che hanno visto la propria situazione migliorare, appena il 4,8% (lievemente 3,9% e molto 0,9%).
Il 60,6% degli italiani, vale a dire tre su cinque, rivelano di essere costretti a intaccare i propri risparmi per arrivare alla fine del mese; il 62,8% ha grandi difficoltà ad affrontare la quarta (quando non la terza) settimana; il 79,2% non riesce a risparmiare, questo vuol dire che solo uno su cinque riesce a mettere qualcosa da parte.
Quando viene chiesto ai cittadini se ritengano di riuscire a risparmiare qualcosa nei prossimi dodici mesi – fa sapere l’Eurispes –, due su tre rispondono naturalmente di no, che probabilmente (36,7%) o certamente (30%) non riusciranno a risparmiare alcunché, mentre il 27,4% ritiene che nel 2013 riuscirà ad alimentare i propri risparmi, di questi ultimi ne è totalmente sicuro però solo il 5,7%, mentre il 21,7% non ne è del tutto certo.
Circa un terzo del campione ha chiesto un prestito bancario negli ultimi tre anni (35,7%), un dato in aumento rispetto alla rilevazione dello scorso anno di 9,5 punti percentuali. Le categorie più bisognose di aiuti finanziari sono quelle con contratti a tempo determinato (atipico o subordinato), in particolare il popolo della partita Iva (44,2%), contro il 35,2% dei lavoratori subordinati a tempo indeterminato.
Ben il 62,3% dei prestiti è stato chiesto per pagare debiti accumulati e il 44,4% invece per saldare altri prestiti precedentemente contratti con altre banche o finanziarie, ma che evidentemente i contraenti non sono riusciti a saldare. Appare evidente come la spirale che si innesca è sintomatica della crisi che l’Italia sta affrontando e che attanaglia i cittadini in una condizione di disagio profondo dalla quale sembra non vi sia altra via d’uscita se non quella di alimentare l’indebitamento. Il 27,8% di chi chiede un prestito lo fa per acquistare una casa, il 22,6% per coprire le spese mediche e non manca chi vi ha fatto ricorso per potersi permettere una vacanza (5%) o per far fronte ad un evento come il matrimonio, un battesimo, una cresima (13,1%).

 

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