Monti sugli arresti dei giorni scorsi: “Possibile ritorno di tangentopoli”
Alla domande su un possibile ritorno i tangentopoli, visti gli arresti che si sono susseguiti nei giorni scorsi, Mario Monti ad Agorà ha risposto. “Purtroppo si. L’evidenza è molto simile ma la speranza è minore. Nel ’92-93 c’era quella che veniva percepita come un’azione liberatoria: si pensava che l’azione della magistratura e la coscienza dei cittadini avrebbero portato alla fine del fenomeno. Invece l’azione della magistratura è andata avanti, la coscienza degli italiani e soprattutto politici si è molto seduta e siamo qui di nuovo. Dopo tanti anni di governo Berlusconi non c’è una legge anti-corruzione. L’Italia è un paese importante, è un paese del G8, e certo può anche cadere nel ridicolo come è accaduto per l’atteggiamento ridicolo tenuto da qualcuno in passato. Il mio governo ha fatto fatica, a causa della resistenza del Pdl, a far approvare un’adeguata legge anti-corruzione. Questa norma è arrivata dopo che, dopo tanti anni di governo Berlusconi, non ne era stata approvata ancora una. Queste normative sul piano interno vanno accompagnate con azioni a livello internazionale: Uno che ha governato tanti anni come Berlusconi doveva fare qualcosa a livello internazionale. L’Italia è un Paese importante, è nel G8, e certo può anche cadere nel ridicolo come è accaduto per l’atteggiamento ridicolo tenuto da qualcuno in passato”.
Riferendosi alle parole di Berlusconi secondo cui siano necessarie le commissioni nell’ambito di trattative con paesi del Terzo Mondo, Monti ha commentato: “Che le tangenti esistano frequentemente negli affari, soprattutto in certi Paesi, è realtà, che debba essere visto come necessario e ineluttabile lo rifiuto. Dopo tanti anni di Governo Berlusconi, non c’era una legge anticorruzione e non stiamo parlando di Terzo Mondo. I nostri colossi possono comportarsi secondo gli standard in uso nei paesi nei quali anche per l’interesse dell’economia italiana lavorano, ma se è possibile evitando certi fenomeni di ritorno come le tangenti ai partiti italiani o a chi li ha messi in quelle posizioni. Questo flusso non è una prassi e se in Italia ci fosse stata una seria legge contro la corruzione sarebbe stato più difficile. Se vincesse il centrodestra l’Italia tornerebbe a rischio come nel novembre 2011 e si fermerebbero le riforme in grado di far crescere il Paese. Se vincesse il Pd con Vendola, invece, i conti sarebbero più al sicuro, ma non si proseguirebbe sulla strada delle riforme strutturali”.