Il segno della gloria: a Roma dipinti, statue e disegni di Antonio Canova
Attualmente presso la sede di Palazzo Braschi a Roma si sta svolgendo una mostra monografica su uno dei più grandi scultori neoclassici: Antonio Canova (1757-1822). Formatosi in ambiente veneziano, le sue prime opere rivelano la influenza dello scultore barocco del Seicento Gian Lorenzo Bernini. Trasferitosi a Roma, partecipò al clima cosmopolita della capitale in cui si incontravano i maggiori protagonisti dell’arte neoclassica. A Roma svolse la maggior parte della sua attività, raggiungendo una fama immensa. Fu anche pittore, ma produsse opere di livello decisamente inferiore rispetto alle sue opere scultoree. Nelle sue sculture Canova, più di ogni altro, fece rivivere la bellezza delle antiche statue greche secondo i canoni che insegnava Winckelmann: “la nobile semplicità e la quieta grandezza”.
La rassegna già a buon livello per la qualità dei pezzi presentati, acquista ancora più valore per il profondo legame con il luogo scelto con l’esposizione: Palazzo Braschi oggi sede del Museo di Roma, alla fine del Settecento, cioè negli stessi anni dell’attività dell’artista, era infatti la residenza di papa Pio VI e della sua famiglia. L’edificio una delle ultime grandi abitazioni nobiliari romane, fu costruito dall’architetto Cosimo Morelli per il nipote del pontefice Luigi senza badare troppo alle spese, il tradizionale sistema nepotistico consentì a Pio VI di dirottare al giovane ingenti fondi del Vaticano, il risultato fu un palazzo fastoso, solenne molto poco illuminista nella sua struttura e quindi per l’epoca decisamente in controtendenza.
L’esposizione analizza il disegno dell’artista in tutte le sue fasi fino a confrontarlo con l’opera di artisti contemporanei. Un viaggio intenso e affascinante che prende vita attraverso un ricco contributo di opere: 71 disegni, 9 acqueforti, 1 modello in terracotta e 3 in gesso, 3 calchi autografi, 5 dipinti di cui quattro a tempera ed 1 ad olio e due marmi, che consentono di visualizzare il passaggio dalla fase ideativa alla realizzazione dell’opera. Una scelta che offre un quadro ineguagliabile dell’Europa tra Settecento ed Ottocento, chiarendo il ruolo di Canova come primo artista della modernità.
I 79 disegni sono stati selezionati dai 1800 circa che costituiscono la più grande raccolta al mondo di disegni di un artista donati a metà Ottocento all’appena inaugurato museo Civico di Bassano da Giambattista Sartori Canova, fratellastro dell’artista ed erede universale.
“Una mostra, afferma l’Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale Dino Gasperini, che offre un punto di vista differente da quello usuale permettendo al pubblico di comprendere ciò che si cela dietro le grandi opere dell’artista. Dall’ispirazione all’opera. Un percorso sulle tracce dell’idea, un viaggio interessante che ripercorre la storia di un genio all’interno del disegno”.
Una prima sezione della mostra seleziona dall’intera produzione grafica di Antonio Canova fogli che raccontano perfettamente la varietà del suo segno e dei metodi di progettazione. L’esposizione curata da Giuliana Ericani (Direttore del Museo Civico di Bassano del Grappa), partendo dalla sua produzione grafica, individua due principali percorsi di lettura dell’opera canoviana: il rapporto con la scultura antica delle collezioni romane, e con i personaggi storici e della cultura del suo tempo. Sarà possibile ammirare i disegni per i monumenti e le sculture di Clemente XIV, Napoleone Bonaparte, Maria Luisa d’Asburgo, Maria Cristina d’Austria, Carlo III e Ferdinando I di Borbone, George Washington, Vittorio Alfieri, Orazio Nelson e Paolina Borghese Bonaparte e opere commissionate da Giorgio IV re d’Inghilterra e Joséphine de Beauharnais Bonaparte. In questa sezione sono accostate le incisioni fatte eseguire da Canova per offrire l’immagine dell’opera realizzata, ed alcune opere: cinque bozzetti in gesso e in terracotta e due dipinti, parte integrante dell’iter della realizzazione.
Completano e arricchiscono la mostra i disegni per tre importanti opere realizzate, “La Venere Italica”, “Il Creugante e Damosseno” per Pio VII e “L’Ercole e Lica” per il banchiere Torlonia.
Nell’esposizione molta attenzione è dedicata allo studio, all’abbozzo cioè alla nascita delle idee che preannunciano i capolavori. Per la prima volta il disegno di Canova viene osservato da tre punti di vista: lo stile, il rapporto con gli artisti contemporanei e la “prima idea” per l’opera realizzata.