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Le case editrici sui social network

einaudi_twitterÈ stata presentata al Salone del Libro di Torino e c’è un motivo preciso. Perché la ricerca condotta da Blogmeter, Case editrici su Facebook e Twitter, aveva un solo obiettivo: “rilevare le performances delle case editrici sui social network e le relative strategie di comunicazione e pratiche di gestione”. Tutto questo utilizzando la piattaforma Blogmeter Social Analytics e conducendo la rilevazione per un periodo di tempo abbastanza ampio per Facebook (dal primo febbraio al 15 maggio), più breve per Twitter (dal 20 marzo al 15 maggio).
In tutto le case editrice prese in esame sono state molte, 101 per l’esattezza. Ognuna di queste, come era possibile immaginare, ha ottenuto risultati diversi.
C’è chi, come la Mondadori, ha conquistato il maggior numero di fan su Facebook (160.550) e di follower su Twitter (207.351).
O chi, come la Bao Publishing, detiene il primato sul versante del total engagement (ovvero la somma di like, condivisioni, commenti e post in bacheca) con 38.203 reazioni e azioni dei fan su Facebook.
Su Twitter, il discorso è diverso, ed è l’Einaudi a prendersi la “rivincita” conquistando nettamente il podio della classifica che misura le Twitter Mentions (17.132), seguita Libri Mondadori (6.455) e Minimum Fax (4.135).
Eppure, nonostante le differenti performance, le case editrici hanno dimostrato di usare i social network allo stesso modo. Ad esempio Facebook, sostiene chi ha condotto la ricerca, “viene utilizzato principalmente come canale di promozione dei libri in uscita e delle attività, anche in forme ludiche come concorsi e giveaway o sconti dedicati”. Difficilmente, le case editrici utilizzano il social network di Palo Alto per instaurare un legame o un’interazione con l’utente. “Quasi metà delle pagine – emerge dalla rilevazione – non permette ai fan di scrivere post in bacheca”.
Discorso diverso per Twitter, che viene “visto come un network aperto a un dialogo più paritario e nello specifico i contenuti più condivisi e seguiti si legano a discussioni di ordine generale non strettamente legati ai prodotti della casa editrice, come dimostra, per esempio, il successo di hashtag come #accaddeoggi (di Librimondadori) e #amoreaprimolibro (Einaudieditore)”.
In tutto questo come si comportano gli utenti? “Mostrano – spiegano i ricercatori – una grande propensione all’interazione con le case editrici, soprattutto quando i contenuti proposti non sono smaccatamente commerciali. Sui social network come in libreria, il libro è percepito come un prodotto diverso da un semplice bene di consumo e di conseguenza le forme di promozione alternativa al tradizionale contenuto pubblicitario (e quindi interviste, citazioni e foto) risultano le più efficaci e apprezzate dai lettori soprattutto per il vissuto personale e culturale che i libri mobilitano”.

 

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