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Il diario del Festival di Venezia/7

di Fabio Francesca

scarlettPresente in laguna l’ultima delle grandi star in concorso al festival, con Under The Skin di Jonathan Glazer arriva Scarlett Johansson. La pellicola, tratta dall’omonimo libro di Michel Faber, ruota attorno alla figura della Johansson aliena rivestita da un corpo umano, che adesca vittime attraverso la sua bellezza. Film che pone uno sguardo concettuale ossessivo sul corpo, sterilmente pallido e lucente quanto scuro dentro. Un gioco di contrasti che con cicatrici ed lividi mette in soggezione la bellezza della diva. Un corpo che parla un dialogo muto con l’ambiente circostante, le highlands scozzesi, di una bellezza brutale. Cuore nascosto di un film a prima pelle ostico come il nord della Scozia.
Sempre in concorso per gli Stati Uniti The uknown known del documentarista premio Oscar (The fog of War) Errol Morris. L’opera è una lunga intervista all’ex segretario della difesa Usa (1975-77 sotto Ford e 2001-06 con George W. Bush) Donald Rumsfeld. La pellicola, prodotta da History Channel, per quanto interessante sembra un prodotto destinato più al medium televisivo che cinematografico.
Chiudiamo la nostra rassegna sul concorso di Venezia 70 con due film italiani e un vecchio leone ruggente della nouvelle vague.
Il primo è la nuova fatica del già leone d’oro (Così ridevano) Gianni Amelio che in laguna porta L’intrepido con il buon Antonio Albanese nei panni di un uomo che per lavoro rimpiazza altre persone nelle loro occupazioni. Il film purtroppo risulta modesto causa una sceneggiatura poco parlata e troppo scritta. La pellicola poi sembra quasi non aver una rotta precisa e da commedia sul mondo del lavoro vira verso un dramma familiare. Non basta a salvare il film una poetica scena finale.
L’altro film italiano in concorso è il documentario di Gianfranco Rosi Sacro GRA. La pellicola vorrebbe proporsi come uno spaccato del Grande Raccordo Anulare di Roma ma in realtà quello che risulta dallo schermo è la raffigurazione di cinque vite ai margini della città. Più che uno racconto di verità il film appare come un’operazione furba che perpetra un’immagine della capitale grottesca e iperbolica, una Roma costruita dai miti di grandi registi che non esiste realmente. Chi si aspettava un epopea della Roma urbana e quotidiana rimarrà deluso.
Chiudiamo con un regista che non si arrende, un ‘artista che continua a proporre un modo di fare cinema antico e collocato storicamente. La Jalousie di Philippe Garrel è un’opera anacronistica ma a suo modo romantica nel riproporre un metodo di scrivere e girare seguendo gli stilemi della nouvelle vague. Philippe e suo figlio Louis continuano, come i soldati giapponesi, a combattere una guerra finita ormai quarant’anni fa. Fuori concorso un altro documentario Made in Usa The Armstrong lie di Alex Gibney. Il film è un lungo excursus sulla figura del controverso ciclista, sulla sua parabola discendente. Il ritratto dell’americano è la descrizione di un uomo ambiguo dove la speranza dell’uomo che ha battuto il cancro convive con la rabbia per l’uomo che ha imbrogliato il mondo. La forza seducente del ciclista che tutto vince non lascia esenti ne gli spettatori e tantomeno il documentarista, che ci lascia trasportare delle immagini delle esaltanti vittorie e dalla fatica del ciclismo. Un documentario avvincente su una personalità controversa quanto capace di ammaliare, colpire e lasciare ancora tutti con una domanda: in un mondo dove tutti barano le regole hanno ancora un senso?
Infine approda in laguna con il suo teschio sulla bandiera che vuol dire libertà un pirata tutto nero che per casa ha solo il cielo. Ovviamente si parla di Capitan Harlock che con la mitica Arcadia dal 1976 (data dell’uscita del manga di Leiji Matsumoto) solca l’immaginazione di chi allora era bambino. Il film visivamente esuberante è un kolossal giapponese in animazione 3D che non lascerà delusi i numerosi fan.
Nel prossimo e conclusivo diario scopriremo i vincitori per tracciare un resoconto di questa settantesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

 

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