Referendum, AEF: Sono le rinnovabili la risposta ai bisogni energetici del futuro | T-Mag | il magazine di Tecnè

Referendum, AEF: Sono le rinnovabili la risposta ai bisogni energetici del futuro

NUCLEARE

“La nostra associazione ha tra i suoi soci solo produttori ‘puri’ di rinnovabili: abbiamo fatto la nostra scelta più di due anni fa, quando ci siamo costituiti e oggi la confermiamo. E questa scelta netta di campo ci porta a sostenere che le rinnovabili, e non l’energia nucleare, sono la risposta ai bisogni energetici del futuro “. A dirlo, il presidente di Asso Energie Future, Massimo Sapienza che in una nota spiega come “la nostra Associazione si schiera per il futuro delle rinnovabili: al referendum invitiamo a votare SI’ per fermare il ritorno all’atomo che di fatto contrasta gli investimenti nell’energia dal sole e dal vento”.
Dopo aver combattuto con determinazione contro il decreto Romani e le conseguenze negative del cosiddetto Quarto Conto Energia, l’Associazione che conta circa 50 tra i maggiori produttori di energia fotovoltaica in Italia, oggi rompe il silenzio sulle scelte referendarie. “Una certa disinformazione ha cercato di far passare la notizia che il costo della produzione di energia da fonti rinnovabili è più alto di quello da nucleare. Non è così: il costo in bolletta del kilowattora prodotto dall’eolico oggi è ampiamente competitivo con quello che proviene dalle centrali atomiche e il fotovoltaico, a livello mondiale, è destinato a portare i suoi costi allo stesso livello di quelli delle fonti tradizionali entro 3-5 anni.
Ma sui costi complessivi reali delle fonti energetiche si fanno enormi omissioni. “Chi pagherà la decontaminazione del sito di Fukushima e la gravissima crisi economica che sta piegando il Giappone, almeno in parte derivante dall’incidente della centrale di Fukushima e dai suoi effetti? Saranno i cittadini e gli utenti, ma questo costo non verrà contabilizzato in bolletta a carico della scelta nucleare. Così come in fase progettuale non viene calcolato il costo del decommissioning delle centrali e della gestione delle scorie, per non parlare del numero di casi sanitari che si riscontrano nei dintorni degli impianti nucleari”, avverte il presidente di Asso Energie Future. In compenso, proprio in bolletta i cittadini italiani ancora pagano lo smantellamento delle quattro centrali chiuse con il referendum del 1987: per una chiusura degli impianti che di fatto non si riesce a fare, abbiamo versato quasi 5 miliardi di euro di tasca nostra. “Con la differenza – chiosa Sapienza- che nessuno si è mai fatto male o si è ammalato utilizzando o vivendo vicino a un pannello solare”.

 

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