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Le assunzioni nelle micro imprese

micro impreseNel 2011 una micro impresa su quattro ha assunto personale e una su tre ha investito nella formazione. E’ quanto emerge dal Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi redatto da Istat.
Le micro imprese, quelle con un numero di addetti compreso tra le tre e le nove unità, sono circa 837 mila, pari al 19% di tutte le imprese dell’industria dei servizi, e occupano 3,8 milioni di addetti, pari al 23% del totale.
Il 70% risulta operante nel settore dei servizi, ma una notevole quota opera nelle attività immobiliari e professionali. Nel 63,3% dei casi si rivolgono ad un mercato prettamente regionale mentre nel 36% dei casi ad uno spettro più ampio. Questo tipo di aziende sono prevalentemente a gestione famigliare: nell’84% dei casi.
La strategia di mercato più adottata è quella difensiva. Infatti il 70% delle micro imprese punta al mantenimento della quota di mercato. A queste si affiancano quelle che puntano ad un ampliamento dei prodotti e dei servizi (38,4%). Il 17,9% punta invece ad accedere a nuovi mercati mentre il 10,4% punta ad incrementare le collaborazioni con altre aziende.
Nel 2011 il 22,7% delle micro imprese ha acquisito nuove risorse umane. Più nel dettaglio: il 18% ha assunto nuovo personale dipendente e il 7,7% ha fatto ricorso a nuovi lavoratori autonomi.
A livello settoriale, spiega l’Istat, la situazione è fortemente differenziata: le assunzioni e il ricorso al lavoro autonomo sono più frequenti nei servizi, con punte massime nei servizi postali (41,6%), nelle telecomunicazioni (41,3%), nella ricerca e sviluppo (40,7%) e nel campo delle attività culturali, della consulenza e della pubblicità (37,4%). Tuttavia, il primato di assorbimento di nuove risorse umane spetta all’industria,in particolare al settore della farmaceutica (56,5%).
Attraverso il censimento si è rilevato un modesto investimento in figure professionali di elevato livello: nel 2011 solo il 5,9% delle micro imprese ha acquisito nuove risorse ad alta qualifica professionale (dirigenti, professionisti di elevata specializzazione, tecnici specializzati). Sono i settori tradizionali del manifatturiero (industrie tessili, abbigliamento, metallurgia), nonché i servizi di ristorazione e le attività immobiliari ad assorbire meno lavoratori high skilled. I settori tradizionalmente più innovativi sono caratterizzati da un’importante presenza di micro imprese che hanno investito in capitale umano qualificato. In particolare, nella ricerca e sviluppo oltre una micro impresa su quattro ha dichiarato di aver acquisito risorse di elevata qualifica professionale (28,6%), seguito dall’informatica (24,4%), dalle attività culturali (23,3%) e dalla farmaceutica (21,7%).
Nel 2011 il 32,6% delle micro imprese ha svolto attività di formazione aziendale. La tipologia di formazione più diffusa è rappresentata dai corsi di formazione a gestione esterna, adottati dal 17,2% delle imprese. Seguono i corsi di formazione gestiti direttamente dall’impresa (15,2%), mentre il 10,9% delle imprese è impegnato in attività di formazione alternative, quali il training on the job, l’apprendimento mediante rotazione programmata nelle mansioni, la partecipazione a convegni, workshop, ecc. Le micro imprese dei servizi sono quelle più interessate all’offerta di formazione: almeno un’impresa su due attiva processi formativi nelle assicurazioni, l’informatica, la ricerca scientifica, l’attività di ricerca, selezione e fornitura del personale, i servizi (sociali, sanitari e di altra natura) per la persona. Anche il settore delle costruzioni registra una quota importante di imprese formatrici (41,6%), mentre l’industria e il commercio si attestano su percentuali più basse e inferiori al valore medio nazionale (rispettivamente il 27,1% e il 27,8%). Le micro imprese più impegnate in attività di formazione aziendale risiedono al Nord.

 

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