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La corruzione in Italia

corruzioneLo scorso anno andò peggio, ma l’Italia resta comunque uno dei Paesi europei che ha fatto registrare la performance peggiore. Questo è quanto emerge dall’indagine annuale di Trasparency International, presentata martedì a Berlino e che ordina i paesi del mondo sulla base del “livello secondo il quale l’esistenza della corruzione è percepita tra pubblici uffici e politici”. E così, in una classifica che va dal Paese meno a quello più corrotto, il nostro si piazza in 69esima posizione, con un punteggio di 43 su 100. Per inciso: più il punteggio assegnato è alto, più la corruzione viene percepita meno dai cittadini. Lo scorso anno andò peggio: l’Italia arrivò tre posizioni più indietro (72esima) e con un punteggio leggermente più basso (42). Sembra esserci stato un piccolo passo in avanti, che viene accolto con favore da Maria Teresa Brassiolo, presidente di Trasparency International Italia. Nel corso dell’ultimo anno, “si sono compiuti molti sforzi strutturali per migliorare la trasparenza e l’integrità del settore pubblico, a partire dal decreto 150, fino alla legge anticorruzione 190 e agli ultimi decreti sulla trasparenza e l’accesso civico. Il trend positivo è maggiormente visibile dai dati del Global Corruption Barometer 2013 che ci ha portati almeno a pari merito con Francia e Germania (rispettivamente in dodicesima e ventiduesima posizione. I primi con un punteggio di 76 su 100, i secondi con 71 su 100, ndr) in taluni segmenti anche meglio. Naturalmente dobbiamo proseguire lo sforzo, ma il messaggio pare recepito. Resta – sottolinea Brassiolo – l’uso disinvolto e spesso incompetente delle risorse pubbliche che creano debito, tasse e rabbia”.
L’Italia migliora, ma molto resta ancora da fare: il nostro Paese rimane infatti ancora confinato agli ultimi posti in Europa. Peggio di noi hanno fatto solo la Bulgaria (41) e la Grecia (40), ed allo stesso livello della Romania. Ma chi occupa le prime posizioni? Danimarca e Nuova Zelanda, prime con un punteggio di 91 su 100. A seguire – in seconda posizione – Finlandia e Svezia (89/100). Terza la Norvegia con 86 su 100. Scorrendo la classifica, troviamo il Regno Unito alla posizione 14 (76 su 100), gli Stati Uniti diciannovesimi (73/100), mentre in ultima posizione si piazzano ben tre Paesi: Afghanistan, Corea del Nord e Somalia (tutti con un voto di 8 su 100).
 Sia chiara però una cosa: non si tratta solamente di una corsa verso le prime posizioni di una classifica, quella di Trasparency International, la corruzione è un fenomeno che danneggia l’economia di un Paese. Solo in Italia, secondo una stima della Corte dei Conti, gli episodi di corruzione costano ben 60 miliardi di euro. Una cifra enorme, anche se probabilmente sottostimata. Perché come ricordava Luigi Giampaolino, presidente della magistratura contabile, i reati di corruzione sono caratterizzati da una rilevante difficoltà di emersione ed esiste una scarsa propensione alla denuncia.

 

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