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Quando ad essere in difficoltà è un colosso

di Matteo Buttaroni

sonyÈ stata pioniera di supporti come cassette video ed audio nonché degli walkman, ha prodotto consolle per videogame che anno dopo anno e modello dopo modello sono entrate nelle case di tutto il mondo, ha prodotto televisori, radio ed ogni sorta di supporto tecnologico per la fruizione di video e musica, ha inventato i supporti Blue-Ray e allo stesso tempo ha continuato a sfornare macchine fotografiche, telefonini, smartphone, tablet e computer. Ha condotto rivoluzioni tecnologiche e grazie al suo fatturato è stata ai vertici delle classifiche, sbaragliando le società dello stesso settore. Per anni. Oggi però, anzi, almeno negli ultimi due-tre anni, la storia sembra essere cambiata. Sarà per la sempre più ampia e affiatata concorrenza, comunque ormai da tempo i conti Sony sono colorati di rosso. Tanto che gli ultimi dati economici hanno portato i vertici della società di Tokyo a prendere una decisione: cedere il comparto Vaio, quello dei computer portatili per intenderci (un marchio che ad oggi ricopre un’esigua quota di mercato, solo l’1,9% su scala globale), alla società di investimenti Japan Industrial Partners. Le indiscrezioni parlano di una cessione da circa 400 milioni di euro.
Evidentemente, il calo riportato dalle vendite dei televisori, quel solo 2,5% di mercato del mobile ricoperto dallo Xperia e il calo della vendita dei computer, dovuto in gran parte all’arrivo di smartphone e tablet, sono tutti fattori che incidono su un bilancio che nemmeno la Playstation 4 riesce a risollevare. Anche perché, stando ad alcune indiscrezioni riportate da All Thing Digital (ex Digital Network del Wall Street Journal) la Sony guadagnerebbe da ogni singola consolle solo 18 dollari. La costruzione della Play Station 4 costerebbe infatti alle fabbriche Sony ben 381 dollari per un prezzo finale di vendita di 399 dollari. Tanto per fare un esempio, riportato sempre da All Thing Digital, un iPad Air ha un costo di costruzione pari a 274 dollari, ma negli Stati Uniti viene venduto a 499. La cessione del comparto Vaio certifica in qualche modo la caduta del colosso. Un crollo che, stando ai dati, porterà Sony a chiudere l’esercizio 2013-2014 con una perdita di 110 miliardi di yen, pari a circa 1,08 miliardi di euro. Anche la agenzie di rating si sono accorte del collasso, tanto che Moody’s ha tagliato quello della società da Baa3 a Ba1. Cala anche la fiducia dei mercati e con loro quella degli investitori: ad oggi il valore di Sony è di 15,9 euro per azione, contro gli oltre 17 di inizio anno. La cessione di Vaio non è l’unica misura intrapresa dal gruppo. Si parla infatti anche di scorporare il settore dei televisori affidandolo ad una controllata. Gli analisti stimano infatti che solo il comparto Tv potrebbe generare, nell’esercizio in corso, perdite di circa 25 miliardi di yen. Non solo, saranno tagliati cinque mila posti di lavoro, di cui 1.500 in Giappone e 3.500 negli altri paesi. Già lo scorso anno la società nipponica aveva annunciato un taglio del 15% della sua forza lavoro nel campo della telefonia. Un taglio che interessava solo una sede svedese poi chiusa nel tempo e trasferita nel Paese natio. Al termine dell’esercizio 2011-2012, chiuso con perdite di 456 miliardi di yen, circa 5,7 miliardi di dollari, era stato annunciato un taglio di circa diecimila dipendenti (il 6% di tutta la forza lavoro della Sony). Circostanza che si sta verificando nel tempo.

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1 Commento per “Quando ad essere in difficoltà è un colosso”

  1. […] profitti generarti dalla PlayStation 4 non riescono a sanare le falle in casa Sony. Nel primo trimestre del 2014 il colosso giapponese ha registrato un utile netto di 26,8 miliardi […]

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