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L’uso delle sostanze psicotrope tra i giovani

di Matteo Buttaroni

drogaQuello delle sostanze psicotrope è da sempre un discorso all’ordine del giorno. Nelle ultime settimane però, con il dibattito sul possibile alleggerimento delle pene per i consumatori di droghe leggere e la sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito come illegittima la legge Fini-Giovanardi, il discorso si è animato ulteriormente. Tanto da vertere su quanti condannati vedrebbero cambiare le proprie sorti. Un discorso che però inciampa sull’allarmismo dell’Osservatorio dipendenze del Dipartimento politiche antidroga che, citando lo studio The Impact of cannabis on our lungs della British Lung Foundation, spiega che fumare spinelli comporta un rischio di contrarre tumori 20 volte superiore rispetto al fumare sigarette. Dallo studio emerge infatti che il 32% degli intervistati non ritiene rischioso per la salute fumare cannabis. Un dato che sale al 40% se si considerano gli intervistati di età compresa tra i 35 ed i 40 anni. Umberto Tirelli, direttore di Oncologia medica dell’istituto Tumori di Aviano, ritiene ormai anacronistica la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. “Oggi – spiega – la quantità di principio attivo della cannabis è passato dal 5% degli anni ’70/’80, al 50/55% fino all’88% negli estrattivi come l’olio di hashish. Non esistono droghe leggere. Senza contare poi che la cannabis, e parlo di questa cannabis super potente, è spacciata soprattutto tra i giovani e i giovanissimi che la usano senza conoscere il rischio che corrono. Quanto al paragone che spesso viene fatto tra cannabis e l’alcol o il tabacco ricordo che fanno malissimo anch’essi. Ma siccome sono legali, allora vogliamo autorizzare anche la cannabis? Vogliamo il tanto peggio, tanto meglio? Al contrario, dobbiamo incentivare la consapevolezza del danno dal fumo di tabacco e dall’abuso di alcol e tenere la barra ferma nel far capire ai nostri giovani che anche la cannabis fa male e continuare a vietarne assolutamente l’uso”.
Secondo uno studio condotto dal Dipartimento delle politiche antidroga sugli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, quindi della fascia di età 15-19, l’uso delle principali droghe ha registrato un aumento tra il 2012 ed il 2013. Mentre nel 2012 a consumare cannabis era il 19,1% degli intervistati, oggi il dato è salito al 21,5%. La cocaina è passata dall’1,86% al 2,05%, l’ecstasy dallo 0,82% allo 0,97%, le anfetamine dallo 0,58% allo 0,75%, mentre i consumatori di allucinogeni sono passati dall’1,72% al 2,13%. In leggero aumento i consumatori di eroina, passati dallo 0,32% allo 0,36%, ma in calo quelli di alcol, passati dal 76,9% del 2012 al 76,4% del 2013.
“Nel 2012 la cannabis resta insieme all’alcol – spiega il Dpa – la sostanza psicoattiva più diffusa in Italia e in Europa, seguita dalla cocaina”.
Secondo un’altro studio realizzato insieme al General Population Survey risulta che l’Italia registra comunque livelli inferiori rispetto alla media europea: sono circa 12 milioni gli europei, il 3,6% dei 15-64enni totali, che nell’ultimo mese hanno fatto uso di cannabis, circa 22,5 milioni quelli che invece hanno consumato la sostanza nell`ultimo anno. Nel nostro Paese invece sono stati 700 mila, l’1,8% dei 15-64enni, quelli che hanno consumato cannabis nell’ultimo mese e oltre 1,5 milioni, il 4%, quelli che l’hanno fatto nel corso dell’ultimo anno. Guardando invece alla cocaina, nel corso dell’ultimo anno, ne hanno fatto uso circa quattro milioni di cittadini, l’1,2%, in Italia invece circa 200mila persone, lo 0,6%. Scende leggermente il consumo di eroina: in Italia ne hanno fatto uso circa 50mila persone, lo 0,12%. Lo 0,1%, 40 mila italiani, ha invece fatto uso di anfetamina e la stessa percentuale ha assunto ecstasy.
Guardando invece all’alcol, secondo lo studio, il 66% degli italiani, circa 25milioni milioni di unità, ha bevuto almeno una bevanda alcolica nell’anno mentre il 53% lo ha fatto recentemente, circa 20 milioni di italiani. Il 28,2% degli italiani dichiara invece di non aver rinuciato al fumare sigarette nel 2012, mentre nove milioni, il 23,6%, hanno dichiarato di aver fumato sigarette nel corso degli ultimi 30 giorni.

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