Il diario del Festival di Cannes/4 | T-Mag | il magazine di Tecnè

Il diario del Festival di Cannes/4

di Giampiero Francesca

foxcatcher_cannesCome da tradizione anche quest’anno pioggia e vento sono arrivate a sferzare le fila di accreditati lungo la croisette rendendo ancor più accogliente il già comodo abbraccio delle sale del festival. Così prendiamo posto nel caldo della gigantesca sale Lumiérè per assistere a The Foxcatcher di Bennet Miller. La pellicola, in concorso per la palma d’oro, ruota intorno alle vicende, realmente accadute, dei fratelli Schultz, ori olimpici nella lotta greco-romana e del miliardario John du Pont, ossessionato dalla figura di due campioni nei quali vede la possibilità di riaccendere i veri valori americani. Un ossessione che sfocerà in tragedia. Nel complesso un film assolutamente godibile, costruito ad arte, scorrevole nella sua linearità ma dal sorprendente finale, impreziosito dalle interpretazioni di Channing Tatum, Mark Ruffalo e Steve Carrell, che certamente non sfigura in una selezione fino ad ora non esaltante. Delude infatti anche uno dei grandi maestri dell’Oriente, Zang Yimou. Il suo Gui Lai è infatti un dramma calligrafico e teatrale, sicuramente ben realizzato e ben fotografato, ma privo di emozione e pathos. Il racconto, che ripercorre le tragiche vicende di una coppia divisa dalla rivelazione culturale, non va oltre una messa in scena fin troppo perfetta nella sua costruzione.
Per chiudere la giornata, dopo due film di finzione, scegliamo dunque di seguire un documentario dal titolo Caricaturistes – Fantassins de la democratie. L’opera racconta, attraverso dodici interviste, l’opera di alcuni vignettisti satirici in vari angoli del mondo. Dal Burkina Faso alla Russia, dall Sudamerica all’Asia, da testate quasi amatoriali al New York Times, l’opera di Stephanie Valloatto descrive la situazione di difficoltà in cui molti disegnatori sono costretti a lavorare, mostrando l’importanza della satira in paesi in cui la democrazia è ancora un’opinione. Attraverso i disegni degli autori, il racconto delle loro vite ed esperienze, gli incontri importanti (come quello del vignettista cinese Pi San con Ai Wei Wei), Caricaturistes – Fantassins de la democratie costruisce un mosaico divertente, sprezzante nei confronti del potere, ma al tempo stesso profondo e toccante.
Usciti dalla sala è ormai sera, signore in abito lungo e uomini in papillon affollano la croisette diretti verso una delle tante feste che popolano la nottata cannense. Noi, dopo aver fallito, per la troppa fila, il primo assalto a Maps to The stars di David Cronenberg, optiamo invece per una serata tranquilla, quattro chiacchiere sul cinema e sui film visti. Il bello di un festival è, forse, soprattutto anche questo.

 

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