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Il volo MH17 abbattuto

di Matteo Buttaroni

Sembrava ci fosse finalmente un po’ di tregua nel Nord Est europeo. Colpa, anche, di una copertura giornalistica concentrata in queste settimane su altri fronti. La crisi ucraina in un certo senso, si faceva sentire un po’ meno aspra e un po’ più lontana: almeno mediaticamente parlando. Ma nel pomeriggio di giovedì 17 luglio un aereo civile della Malaysia Airlines, il volo MH17, con a bordo 298 passeggeri, di cui 80 bambini, è stato abbattuto mentre, partito da Amsterdam, sorvolava l’Ucraina dirigendosi a Kuala Lampur. Secondo le prime ricostruzione, poi confermate anche dagli Stati Uniti, il velivolo sarebbe stato colpito da un missile terra-aria mentre era quota 10.100 metri, andandosi poi a schiantare nell’est ucraino, sul confine con la Russia.

A bordo dell’aereo viaggiavano 283 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio, tutti morti, e per avere le idee più chiare sulle dinamiche della tragedia bisognerà aspettare l’esame delle scatole nere.
Il lancio del missile non è stato rivendicato e le parti in causa, Mosca e Kiev, si puntano il dito a vicenda. Kiev, in particolare sostiene che gli 007 ucraini avrebbero intercettato una chiamata in cui i separatisti ammetterebbero di aver centrato un aereo di linea “per sbaglio”. Tra l’altro, i miliziani secondo Kiev, al contrario delle forze armate ucraine, sarebbero in possesso di un Buk, uno dei pochi sistemi antimissile capace di colpire, da terra, un oggetto che vola a diecimila metri di altezza. I separatisti, dal canto loro, si difendono sostenendo di non avere armi simili e rimandano l’accusa al mittente, accusando quindi l’aviazione del governo ucraino.
L’audio, come anche le scatole nere, la zona dello schianto (Chomukhine, villaggio a 50 miglia a nord-ovest di Donetsk) e l’intera area investita dai detriti del velivolo e dai corpi della vittime passeranno ora al vaglio degli investigatori internazionali, ai quali i filorussi e il governo ucraino hanno dato il libero accesso, istituendo, ambo i lati, una tregua di quattro giorni e l’interdizione per un tempo indeterminato allo spazio aereo ucraino.
Secondo un primo bilancio a bordo dell’aereo ci sarebbero stati 154 olandesi, 27 australiani, 23 malesi, 23 statunitensi, undici indonesiani, nove britannici, quattro tedeschi, quattro belgi, quattro francesi, tre filippini ed un canadese. Parte di questi e degli altri passeggeri per i quali ancora non sono state ottenute informazioni, erano diretti in Malesia per un convegno internazionale contro l’Aids.

 

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