Il costo delle “bombe d’acqua”
“Bomba d’acqua” è il modo nuovo di chiamare temporali particolarmente violenti – che sono nell’ordine delle cose che possono succedere –, ma che nasconde diverse sfaccettature. Così, bomba d’acqua, può essere il fenomeno che mette a soqquadro città come Roma, Napoli e Milano oppure può essere il disastro nel trevigiano che ha provocato quattro morti e otto feriti. Il problema, appunto, è il dissesto idroegologico che provoca ingenti danni a volte, vere e proprie sciagure in qualche caso.
Nel nostro Paese, stima la Coldiretti, a causa delle frane e delle alluvioni sono morte oltre quattromila persone dal 1960 ad oggi. Fra il 1960 e il 2012 si è verificato un evento in tutte le regioni. Nel complesso sono 541 inondazioni in 388 comuni, che hanno causato 1.760 vittime (762 deceduti, 67 dispersi, 931 feriti), e 812 frane in 536 Comuni con 5.368 morti (3.413 i morti di cui 1.917 sono quelli del Vajont nel 1963, 14 dispersi, 1.941 feriti).
Secondo un’altra ricerca, stavolta di #dissestoitalia, si è passati da oltre cento fenomeni l’anno, tra frane e alluvioni, nel periodo compreso tra il 2002 e il 2006 ai 351 del 2013 e ai 110 nei primi venti giorni del 2014. Per il Corpo Forestale dello Stato, inoltre, l’82% dei comuni italiani si troa in zone a elevato rischio idrogeologico.
Tutto questo, infine, ha anche un costo. Che Legambiente quantifica (dal 1994 al 2014, terremoti compresi) in 242,5 miliardi di euro di danni, cioè circa 3,5 miliardi l’anno. “Con lo sblocca dissesto e opere idriche – spiega Erasmo D’Angelis, capo di #italiasicura, la struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche – mettiamo a gara entro il 2014 circa 1,1 miliardi di euro ancora non spesi per opere urgenti (650 per cantieri antidissesto e 480 milioni per l’idrico). Sono interventi che portano 31 mila occupati e sono già finanziati e in ritardo di anni o addirittura decenni”.