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L’impatto economico dell’ebola

emergenze_umanitarieL’epidemia di ebola, che secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale per la sanità (OMS) ha causato 1.229 morti su 2.240 casi, ha colpito una delle regioni più povere ed instabili del pianeta e dove la spesa sanitaria per abitante è estremamente bassa. Ad esempio, la Guinea spende 62 dollari l’anno a persona, rispetto ai 3.364 dollari della Gran Bretagna. In Sierra Leone ci sono invece due medici ogni 100.000 persone, contro i 245 degli Stati Uniti (dati OMS).
Tutti fattori che (probabilmente) hanno influito sull’incapacità di arginare l’epidemia, nonostante i 200 milioni di dollari stanziati dalla Banca Mondiale.
L’epidemia “non è sotto controllo” e ci vorranno “almeno sei mesi” affinché lo possa diventare, ha spiegato il presidente Medici senza frontiere Joanne Liu. “La situazione – ha proseguito – sta peggiorando più velocemente del previsto e il virus si muove più in fretta rispetto alla risposta che possiamo dare”. Diviene così inevitabile interrogarsi anche sull’impatto economico che l’epidemia potrà avere sull’economie dei Paesi coinvolti.
Secondo la Banca Mondiale, il Pil della Guinea si ridurrà tra il 3,5 e il 4,5% a causa dell’epidemia, che avrà – e sta già avendo – ripercussioni negative sul settore agricolo e il commercio regionale. La Liberia ha invece rivisto al ribasso le precedenti stime, che per quest’anno prevedevano una crescita del 5,9%. “Una previsione non più realistica” in virtù del rallentamento nei settori dei trasporti e dei servizi e della partenza dei lavoratori stranieri, ha commentato il 5 agosto scorso il ministro delle Finanze Amara Konneh.
Il discorso non cambia di molto per la Sierra Leone (il cui Pil era cresciuto del 20,1% dal 2012 al 2013) e la Nigeria (prima economia del Continente nero con un Pil di 522.6 miliardi di dollari nel 2013). “Se un significativo focolaio emergesse nella capitale nigeriana (dove vivono circa 21 milioni di persone, ndr) le conseguenze per l’industria petrolifera e del gas dell’Africa occidentale sarebbero considerevoli”, ha osservato qualche giorno fa l’agenzia di rating Moody’s. Secondo il Fondo monetario internazionale, il settore energetico rappresenta il 96% dei proventi dell’export della Nigeria. La situazione a Lagos e dintorni “sembra – ha osservato l’OMS – rassicurante”: i casi confermati sono infatti 12 e “sono tutti parte di una singola catena di trasmissione”.
Al momento resta comunque difficile quantificare l’impatto dell’ebola sull’economia globale. I precedenti non sono tuttavia confortanti: secondo l’Economist, la SARS (l’epidemia che causò la morte di 800 persone nel 2003) inflisse perdite per circa 50 miliardi di dollari.

 

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