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Che Ferrari lascia Montezemolo

di Mirko Spadoni

montezemolo_ferrariLuca Cordero di Montezemolo lascerà la Ferrari il 13 ottobre. “Su sua richiesta”, come specificato nella nota del gruppo FCA che ha annunciato la fine del rapporto (iniziato nel 1991) tra il cavallino e il suo ormai ex presidente.
Una separazione dovuta ai pochi successi sportivi della casa automobilistica di Maranello: la Ferrari non vince un titolo in Formula 1 dal 2008. Al di là di quanto accaduto tra i box e le piste da corsa dei Gran Premi, Montezemolo lascia comunque una Ferrari economicamente sana. Nell’ultimo anno, il cavallino ha infatti aumentato i ricavi del 5% a 2,3 miliardi di euro e l’utile della gestione ordinaria del 9% a 364 milioni di euro, con un margine sui ricavi salito al 15,6%. Risultati conseguiti “nonostante volumi di produzione che – come spiega il gruppo FCA nel suo bilancio – abbiamo voluto mantenere inferiori a quelli del 2012 (al di sotto delle 7.000 vetture – ndr), per preservare la rarità e l’esclusività del marchio”. A proposito: secondo Brand Finance, quello della casa automobilistica di Maranello è il brand più forte al mondo con una valutazione di ben quattro miliardi di dollari. “Il nome della Ferrari – spiegava Brand Finance – è riconoscibile in tutto il mondo anche dove non ci sono le strade”.
Nel 2013, i Ferrari Store presenti in tutto il mondo – “poco più di una cinquantina” – hanno consegnato al cliente finale 7.124 vetture (al netto di quelle da pista). La maggior parte delle quali (2.230) vendute sul mercato nord-americano (Canada e Stati Uniti), che ha rappresentato il 31% delle vendite globali (+9% rispetto al 2012). Un incremento che invece non trova riscontro in Europa, dove le vendite sono diminuite del 13% (2.722 vetture) a causa della “crisi economica dell’area Sud Occidentale”. Emblematico il caso del nostro Paese, che “anche nel 2013, è stato un mercato marginale a causa delle politiche fiscali penalizzanti e ormai rappresenta meno del 3% delle vendite totali”. Niente a che vedere con quanto accade in Gran Bretagna, ora primo mercato nel Vecchio Continente (673 vetture). Le vendite non sono andate invece calate dell’11% sia in Germania (672 vetture) e Svizzera (329). Le cose sono andate molto bene anche sul mercato mediorientale e africano (605 vetture) in crescita del 12% rispetto all’anno precedente. In calo, anche se di poco, le vendite nella regione ‘Asia Pacific’: 1.437 vetture (-3%). “La regione Greater China continua – osserva il gruppo FCA nel suo bilancio – a rappresentare il secondo maggior mercato”. Le consegne in Cina sono infatti rimaste stabili (da 454 vetture consegnate nel 2012 a 458 nel 2013), “mentre la diminuzione delle vendite in Hong Kong e Taiwan ha determinato un calo delle consegne del 9% rispetto al 2012 con 687 vetture consegnate”.
Resta ancora da quantificare la buona-uscita che entrerà – con molta probabilità – di diritto tra le dieci più alte di sempre in Italia, come osservato da Repubblica. Soldi che si andrebbero ad aggiungersi a quelli già incassati nel corso della sua carriera a Maranello: 112 milioni di euro dal 2002, anno da cui sono disponibili i dati in merito. Per ben 4 volte il suo compenso ha superato gli 8 milioni di euro: nel 2002 (18,2 milioni come premio “per il contributo rilevante fornito con la sua opera alla crescita del prestigio e del valore” del brand) e nel 2006 (26,6 milioni incassati per aver monetizzato 93 mila stock option su titoli Ferrari, dopo aver chiuso l’operazione con gli emiri di Mubadala, entrati nel capitale con il 10%).

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