Coalizioni internazionali e spese militari | T-Mag | il magazine di Tecnè

Coalizioni internazionali e spese militari

di Fabio Germani

barack_obama1-1024x682Prima del vertice in Galles, Obama e Cameron hanno pubblicato un intervento congiunto sul quotidiano The Times per incentivare gli alleati della Nato a destinare almeno il 2% del Pil alle spese militari. Il concetto è stato poi ribadito nella sede opportuna, anche se non tutti i leader si sono detti d’accordo. Le preoccupazioni statunitensi e britanniche derivano dalla recenti tensioni, in Ucraina e in Medio Oriente, che non escludono un impegno militare di un certo livello. La via dell’esercizio del soft power resta un obiettivo imprescindibile, ma Washington deve fare i conti con la crescita di investimenti mirati di paesi come la Cina che ha aumentato nel 2014 la spesa militare di oltre il 6%. Ma anche l’Arabia Saudita che nel 2013 ha destinato più risorse dell’Inghilterra, o la stessa Russia. Con gli scenari internazionali che mutano e le situazioni che precipitano (Iraq, Siria) cambia anche il paradigma obamiano, che molto delle precedenti strategie (si pensi proprio al ritiro delle truppe statunitensi dall’Iraq) dovrà correggere.
Nel discorso alla nazione di mercoledì 10 settembre, Obama ha illustrato a grandi linee la strategia che l’America intende adottare per contrastare l’Isis: attraverso raid aerei e la formazione dei militari nei paesi minacciati dal terrorismo o le forze moderate siriane che si ribellano al regime di Assad. L’inquilino della Casa Bianca – che può decidere senza alcuna autorizzazione – non dovrebbe subire brutte sorprese dal Congresso, che al contrario concederà il via libera. Sono attesi in Iraq ulteriori 475 consiglieri militari che andranno ad aggiungersi a quelli già presenti sul territorio.
La coalizione internazionale a guida Usa comprenderà, probabilmente, oltre quaranta nazioni. In questi giorni il segretario di Stato, John Kerry, è in missione diplomatica per incontrare i ministri degli Esteri di sei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg), dell’Iraq, della Giordania e dell’Egitto. Al momento hanno già aderito, da parte europea, Francia, Regno Unito e Italia. Tre paesi del blocco occidentale che hanno diminuito la spesa militare. Roma ha tagliato fino al 26% gli stanziamenti militari. Francia e Regno Unito rispettivamente al 6,4 e al 2,5%. Gli Stati Uniti, da par loro, avevano previsto per il 2014 una spesa di 574,9 miliardi contro i 664,3 dell’anno scorso, secondo l’agenzia di consulenza (americana) IHS Jane’s.

segui @fabiogermani

 

Scrivi una replica

News

Autonomia differenziata, lunedì l’approdo in Aula alla Camera

L’approdo in Aula del disegno di legge per l’attuazione dell’Autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario inaugura l’agenda dei lavori parlamentari della prossima settimana. Appuntamento…

26 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Sondaggio BCE, consumatori prevedono inflazione a 12 mesi al 3%

Secondo il sondaggio mensile della BCE, condotto su un campione di 19 mila consumatori, a marzo le aspettative per l’inflazione nei prossimi 12 mesi si…

26 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Tedros Adhanom Ghebreyesus: «I vaccini sono tra le invenzioni più potenti della storia»

«I vaccini sono tra le invenzioni più potenti della storia, che rendono prevenibili malattie un tempo temute». Lo ha detto il direttore generale dell’Oms, Tedros…

26 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Salute: secondo uno studio dell’Oms-Europa, il 57% dei quindicenni europei ha sperimentato l’alcol

In Europa, il 57% dei quindicenni ha bevuto alcol e uno su cinque ha usato di recente le e-cig. Lo denuncia l’ultimo rapporto curato dall’Organizzazione…

26 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
Testata registrata presso il tribunale di Roma, autorizzazione n. 34/2012 del 13 febbraio 2012
Edito da Tecnè S.r.l - Partita Iva: 07029641003
Accedi | Disegnato da Tecnè Italia