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La sanità al tempo della crisi

spesa_sanitàLa metà degli italiani (49%) ritiene che i servizi sanitari della propria regione siano inadeguati. Una percentuale che al Sud sale al 72%, mentre scende al 27,5% nel Nord-Est. E’ quanto emerge dal Monitor Biomedico 2014 realizzato dal Censis.
Una differenza territoriale si nota anche spostando lo sguardo sulla percezione degli eventuali cambiamenti che potrebbero esserci stati nel corso degli ultimi due anni: il 70% dei residenti del nord-est non ha notato particolari discrepanze del servizio rispetto a due anni prima, mentre il 46% dei residenti nel Mezzogiorno ha rilevato un peggioramento. Un’opinione condivisa dal 38% degli italiani. La maggior parte del campione intervistato, il 64%, ritiene che il problema più rilevante sia la lunghezza delle liste d’attesa.
Il giudizio degli italiani sul livello di copertura farmaceutica garantito dal Servizio sanitario nazionale è, nella maggior parte dei casi, positivo, tuttavia il Censis ha registrato un aumento dei giudizi negati rispetto al 2012. Il dato è infatti passato dal 31% al 35%. Il dito viene puntato anche contro i ticket, considerati dal 45% del campione una “tassa iniqua”. Per il 22% si tratterebbe addirittura di una tassa inutile. Solo il 33% lo ritiene uno strumento fondamentale per limitare l’acquisto di farmaci.
Una delle conseguenze della crisi economica è quella che ha visto il 53% degli italiani rassegnarsi a sopportare le estenuanti file d’attesa delle strutture pubbliche. Dall’altro lato c’è però chi, per evitare code (il 48%) o ricevere prestazioni di qualità superiore (il 35%), ha preferito rivolgersi al privato.
La malattia che spaventa più gli italiani, nel 63% dei casi è il tumore. Elevata anche la quota di quanti hanno paura di contrarre patologie che portano alla non autosufficienza: il 31%. Le malattie cardiovascolari spaventano il 28% del campione, mentre quelle neurologiche il 26%. Proprio per questo il 44% spiega che cerca di mantenersi in buona salute seguendo una dieta sana (il 19,5% vorrebbe farlo ma non ci riesce), mentre il 43% cerca di prevenire tali patologie ricorrendo a controlli medici una o due volte nel corso dell’anno (il 14% anche più volte nell’arco dei dodici mesi).
Nonostante il medico di base e lo specialista siano ritenute le fonti di informazione medica più autorevoli, da parte del 73% e del 27% degli intervistati, il 48% dichiara comunque di aver seguito i consigli ascoltati o letti attraverso i media. Un dato lievitato in confronto al 30% del 2012. Il 42% degli italiani considera la rete “una fonte d’informazione sanitaria” e il 78% di questi utilizza internet per cercare informazioni su patologie specifiche, il 29% per informarsi riguardo medici e strutture e il 25% per prenotare visite o esami, ma anche per scambiare email con il proprio medico.

 

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