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Cresce il fatturato del mercato globale dell’arte

arte_astaNonostante la congiuntura economica negativa che ha interessato molti Paesi, il mercato dell’arte mondiale ha registrato una crescita piuttosto importante, a due cifre, tra il 2013 ed il 2014. Se si guarda unicamente alle vendite all’asta i due Paesi più virtuosi in questo senso sono la Cina e gli Stati Uniti.
Il rapporto Il mercato dell’arte nel 2014, redatto da ArtPrice (leader mondiale nell’informazione sul mercato dell’arte) insieme al suo partner cinese AMMA (Art Market Monitor of Artron), spiega che il fatturato complessivo mondiale delle case d’asta nel 2014 è cresciuto del 26% arrivando a toccare i 15,2 miliardi dollari (contro i 12,5 miliardi del 2013). Rispetto a dieci anni prima si registra una crescita del 300%.
Come anticipato, la Cina, sebbene abbia riscontrato a fine 2014 un calo del 5% rispetto al 2013, può vantare il fatturato più alto al mondo: 5,66 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti, indietro di 800 milioni di dollari rispetto alla Cina, hanno invece registrato una crescita del fatturato relativo al mercato dell’arte pari al 21%, a 4,88 miliardi di dollari, segnando così il miglior anno di sempre.
A seguire troviamo il Regno Unito, con un fatturato di 2,87 miliardi di dollari (in crescita del 35% sul 2013); poi la Francia per la quale inl fatturato, in calo del 10%, si attesta a 296 milioni di dollari; poi la Germania, con 219 milioni di dollari (+3%); la Svizzera, con 146 milioni di dollari (in calo dell’8%) e, appena fuori la top five, l’Italia con un fatturato di 123 milioni di dollari, in crescita dell11% sull’anno precedente. Gran parte del fatturato italiano viene generato a Milano, il 48% del totale.
Del totale dei proventi delle vendite all’asta il 372% arriva dalla Cina, il 32,1% dagli Stati Uniti, il 18,9% dal Regno Unito, il 3,3% dalla Francia, l’1,4% dalla Germania, l’1% dalla Svizzera e solo lo 0,8% dall’Italia.
La fase di benessere dell’arte volendo si può anche notare analizzando i dati relativi ai musei: negli ultimi anni hanno aperto i battenti circa 700 ogni dodici mesi, una tendenza mai vista. Basti pensare che solo tra il 2000 e il 2014 sono stati aperti più musei che negli ultimi due secoli.
Anche per l’Italia il 2014 è stato l’anno della svolta: i visitatori che hanno varcato le porte dei musei italiani sono stati 40.287.393, il 6,2% in più rispetto al 2013, facendo lievitare gli introiti del 7% a 134.860.105, quasi nove milioni in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Importante è stata, sottolinea lo stesso Ministero dei beni culturali e del turismo, la rivoluzione tariffaria nei musei dello Stato introdotto all’inizio del secondo semestre del 2014. I sei mesi successivi hanno infatti riportato un aumento del 6,4% nei visitatori (19.227.966 unità) comportando un aumento del 9% degli introiti (a 74.351424 euro).
Guardando più in generale, stando al rapporto della fondazione Symbola e Unioncamere Io sono cultura 2014 l’intera filiera culturale italiana vale 214 miliardi di euro, il 15,3% del valore aggiunto nazionale. Le imprese operanti nel settore sono 443.458 (il 7,3% del totale) e, se prendiamo in considerazione anche le istituzioni pubbliche e il non profit, generano il 5,7% della intera ricchezza prodotta in Italia, dando lavoro a 1,5 milioni di persone (il 6,2% degli occupati in Italia).

(articolo pubblicato il 4 marzo 2015 su Tgcom24)

 

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