Il ruolo delle Pmi nell’economia europea
Le piccole e medie imprese possono essere considerate la spina dorsale dell’economia europea. Rappresentano, infatti, oltre il 99% di tutte aziende dei 28 Stati membri dell’Ue. Nel corso degli ultimi anni Bruxelles ha moltiplicato così gli sforzi al fine di favorirne la competitività, anche attraverso un sostegno economico.
Ben 130,6 milioni di euro di fondi europei del programma Horizon 2020, realizzato dall’Unione europea per incentivare la ricerca e l’innovazione, stanno per essere assegnati a 387 piccole e medie imprese (pmi) europee, attive in diversi settori (trasporto sostenibile, sviluppo nanotecnologie, eco innovazione…). Si tratta di una notizia positiva anche per il nostro Paese: delle pmi interessate, 107 sono italiane.
Ad oggi l’Unione europea ha sostenuto economicamente, attraverso l’erogazione di 255 milioni di euro e sempre nell’ambito del programma Horizon 2020, ben 827 pmi. Soldi necessari per incoraggiare la messa in pratica di idee innovatrici da parte delle piccole e medie imprese europee e il loro consolidamento sul mercato o per la formazione su come identificare e attrarre investitori privati. Le pmi riceveranno solo una parte dei fondi messi a disposizione dall’Ue per Horizon 2020, che gode di un budget di circa 80 miliardi di euro per un periodo di sette anni (2014-2020). Complessivamente, infatti, verranno assegnati alle pmi almeno tre miliardi di euro.
Una somma di denaro comunque ragguardevole in special modo proprio per le piccole e medie imprese, che rappresentano oltre il 99% di tutte le imprese dell’Unione europea. La maggior parte delle quali (nove su dieci) sono micro imprese (ovvero aziende con meno di 10 dipendenti e fatturato annuo inferiore ai due milioni di euro). Ma le circa 23 milioni di pmi attive in Europa offrono un importante contributo anche sul fronte occupazionale: nel settore privato, due posti di lavoro su tre sono garantiti dalle pmi, che – secondo i più recenti dati dell’Ue – danno un impiego a 75 milioni di persone.
Nonostante la loro importanza (il 55% della ricchezza dell’Unione europea dipende da queste realtà imprenditoriali), negli ultimi anni le piccole e medie imprese hanno avuto diverse difficoltà nell’accedere al credito necessario per sostenere la loro attività. Un problema che non riguarda soltanto l’Italia, dove lo stock di credito mancato alle pmi dal 2010 ad oggi è stato quantificato dall’indice Confcommercio-Cer in 97,2 miliardi. Secondo una rilevazione della Banca centrale europea, ad esempio, nel 2013 una pmi su tre oggetto dello studio non era riuscita ad ottenere l’intero finanziamento bancario che aveva preventivato. Difficoltà, osservava la Bce, sentite come più incalzanti dalle pmi di Cipro, Grecia, Spagna, Croazia, Slovenia, Irlanda, Italia e Paesi Bassi.
(articolo pubblicato il 13 aprile 2015 su Tgcom24)
[…] economica”. Lo sostiene il Fondo monetario internazionale. Le piccole medie imprese sono l’ossatura dell’economia europea, osserva l’Fmi. “In alcune economia come l’Italia, il […]