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Continua a crescere l’Internet of Things

internetContinua a crescere l’Internet of Things in Italia, ovvero quella trasformazione tecnologica che sta rendendo gli oggetti più intelligenti e dotati di una consapevolezza, per dirla con le parole di Intel (colosso del settore della computeristica), che gli consente di agire in conseguenza a quanto accade nell’ambiente circostante.
Oggi, secondo l’Osservatorio Internet of Things della School of management del Politecnico di Milano, sono otto milioni gli oggetti interconnessi in Italia mediante rete cellulare, due milioni in più (+33%) rispetto al 2013 quando si registrò una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Il mercato vale 1,55 miliardi di euro, di cui 1,15 miliardi derivanti direttamente dagli oggetti e 400 milioni dalle applicazioni necessarie per controllarli.
Già nel corso del 2013 si era potuto osservare come il comparto più in espansione fosse quello delle Smart-car. Quell’anno, infatti, le oltre due milioni di auto connesse rappresentavano il 47% della totalità di quel tipo di oggetti. Notevole anche la quota rappresentata dai contatori intelligenti, il 26%, da SmartHome, 9%, e SmartLogistics, 5%.
Anche nel 2014 la connected-car è l’oggetto che più rappresenta l’Internet of Things. Il numero di esemplari è cresciuto fino a raggiungere le 4,5 milioni di unità: il 38% di tutte le auto presenti in Italia.
Al di là dei benefici che innovazioni di questo tipo potrebbero portare nella vita di tutti i giorni, attraverso le SmartHome (il 46% degli italiani ha intenzione di acquistare un prodotto Smart per garantire sicurezza e risparmio energetico) ad esempio, contributi positivi si noterebbero anche apportando tali innovazioni alle città.
L’idea di SmartCity che molti comuni stanno portando avanti (quasi il 50% di quelli con oltre 40 mila abitanti) garantirebbe risparmi in termini monetari da un lato e un minor impatto ambientale dall’altro.
Secondo l’Osservatorio investire in una gestione Smart dei servizi cittadini, che si parli di illuminazione, di mobilità o della raccolta dei rifiuti, consentirebbe di risparmiare ogni anno 4,2 miliardi di euro riducendo, allo stesso tempo, la quantità di emissione prodotte di circa 7,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

(articolo pubblicato il 16 aprile 2015 su Tgcom24)

 

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