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Il futuro dell’e-commerce nell’Ue

La creazione di un mercato unico digitale garantirebbe al Prodotto interno lordo dell'Ue una crescita aggiuntiva pari a 415 miliardi di euro l'anno
di Mirko Spadoni

e-commerceLa Commissione europea intende creare un mercato unico digitale entro il 2016, abbattendo tutti gli ostacoli che frenano l’e-commerce nell’Unione europea. Ostacoli insormontabili sia per i consumatori (nel 2014 solo il 15% effettua acquisti on-line da un altro Stato membro) sia per le piccole e medie imprese (soltanto il 7% ha venduto beni o servizi al di fuori del proprio Paese).
Complessivamente le proposte della Commissione europea sono 16 e includono, ad esempio, l’eliminazione del blocco geografico che impedisce ai consumatori di accedere a un sito Internet sulla base della loro ubicazione o li reindirizzano verso un sito di vendite locale che pratica diversi.
La creazione di un mercato unico digitale potrebbe dare un contributo (fondamentale) all’economia dell’Unione europea: secondo le stime riferite della Commissione Ue, infatti, dovrebbe garantire una crescita aggiuntiva al Prodotto interno lordo pari a 415 miliardi di euro l’anno. Le proposte della Commissione dovranno essere discusse nei mesi prossimi con l’Europarlamento e gli Stati membri.
Ad oggi, complice l’assenza di un mercato unico digitale, l’Unione europea non sfrutta al meglio le potenzialità dell’e-commerce, destinato a crescere nei prossimi anni.
Ad esempio secondo uno studio della Frost&Sullivan, una società di consulenza statunitense, l’e-commerce business to business (b2b) – ovvero quello che riguarda gli scambi commerciali tra aziende – dovrebbe crescere a ritmi ancor più sostenuti a livello globale: circa il 10% l’anno, sostiene il report. Entro il 2020 il mercato dell’e-commerce b2b raggiungerà così i 6.700 miliardi di dollari: il doppio delle vendite on-line verso i consumatori finali (b2c).
Nel corso degli ultimi dieci anni, osserva chi ha condotto la ricerca, le reti industriali private, in cui aziende specifiche convergono per scambiare prodotti, e i marketplace pubblici, impiegati per l’acquisto in loco, hanno conquistato una posizione di rilevanza. A tal punto che, nei prossimi cinque anni e secondo lo studio, lo spostamento da un modello di business one-to-many al modello many-to-many (molti a molti) sarà inevitabile anche nell’e-commerce b2b, con le aziende (venditrici e acquirenti) che si serviranno di grandi marketplace sul modello di Amazon e Alibaba.

(articolo pubblicato il l’11 maggio su Tgcom24)

 

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