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Quadro internazionale a due velocità nel 2015

Il ciclo internazionale corre a due velocità distinte. Mentre i Paesi avanzati si rafforzano, vengono meno le performance che fino allo scorso anno trainavano la crescita mondiale, quelle dei Paesi emergenti. Il resoconto sul quadro internazionale, pubblicato dall’Istat insieme alle prospettive per l’economia Italiana per il triennio 2015-2017, mostra infatti un’inversione di tendenza delle performance relative alle due aree economiche. Mentre nel 2014, a fronte di una crescita mondiale del 3,4%, i Paesi avanzati crescevano dell’1,8% e quelli emergenti del 4,6%, nell’anno in corso si assisterà ad una crescita più sostenuta per le economie più sviluppate, al +1,9%, mentre quelle emergenti registreranno un rallentamento al +3,8%.
Fortunatamente, almeno secondo l’Istat si tratterà solo di una piccola parentesi: già dal 2016 i Paesi in via di sviluppo metteranno a segno un +4,3% e un +4,7% l’anno seguente. Nello stesso periodo si rafforzerà ulteriormente la crescita nei Paesi avanzati: +2,3% sia nel 2016 che nel 2017.
Rimanendo nell’ambito delle principali variabili internazionali, l’Istat segnala un ulteriore deprezzamento del greggio e della moneta unica nei confronti del dollaro: mentre nel 2014 il prezzo al barile di Brent (il benchmark del greggio europeo) si attestava a 99,4 dollari, nel 2015 è sceso a 54,4. Scenderà ulteriormente nel 2016, a 52,8 dollari al barile, per poi risalire lievemente a 59,3 nel 2017. Per quanto riguarda invece il tasso di cambio, dalle tabelle si può notare come l’euro, che nel 2014 valeva 1,33 dollari, nel 2015 è sceso a 11,1. Nel 2016 si attesterà invece a 1,07 e nel 2017 a 1,06.
Il rallentamento dei Paesi emergenti si è fatto sentire anche nell’ambito degli scambi commerciali: mentre nel 2014 riportavano un aumento del 3,1% in volumi, nel 2015 la variazione è scesa a +1,2%. Secondo le stime si rinvigorirà nel 2016, +3,6%, per rafforzarsi ulteriormente nel 2017, con un +4,6%.
Entrando nel dettaglio delle principali aree economiche, l’Istat spiega che gli Stati Uniti, nonostante la dinamicità del mercato del lavoro e dei consumi, nel terzo trimestre hanno rallentato la crescita rispetto al periodo precedente, mettendo a segno un +1,5% tendenziale dopo il +3,9% del secondo trimestre. Tuttavia, gli stimoli di politica monetaria aiuteranno gli Stati Uniti ha rafforzare la propria crescita rispetto allo scorso anno (+2,4%): a fine 2015 si registrerà una crescita del 2,5%, e del 2,6% nel 2016 e nel 2017.
Passando all’area della moneta unica, l’Istituto nazionale di statistica indica una crescita del’1,5% per l’anno in corso ((sostenuta principalmente dalla domanda interna) e dell’1,8% nei due anni a seguire. Nel breve periodo, mentre i miglioramenti del mercato del lavoro avranno effetti positivi su consumi, reddito disponibile e inflazione, le esportazioni risentiranno dell’indebolimento della domanda mondiale legato al rallentamento delle economie emergenti.

 

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