Afghanistan, i “no” e i dubbi del Carroccio
La morte del caporalmaggiore David Tobini in Afghanistan, il terzo militare italiano ad aver perso la vita in un mese, ha scatenato come era preventivabile una serie di reazioni polemiche, soprattutto in virtù del dl sul rifinanziamento delle missioni all’estero il cui esame riprenderà il via in settimana al Senato. È una questione anche politica, al di là della mera questione di opportunità o meno sulla permanenza dei nostri soldati nei teatri di guerra.
La Lega non è mai stata del tutto d’accordo e ultimamente l’argomento è divenuto motivo di scontro con gli alleati. C’è poi una buona parte dell’opposizione che si dice contraria al rifinanziamento delle missioni. Per il governatore della Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, il fatto accaduto lunedì obbliga “la conseguente scelta concreta di chiudere con il pantano militare afgano”. Secondo Antonio Di Pietro “è ora di dire basta a una guerra che non ci appartiene e che sta producendo un dispendio inutile di vite e risorse economiche”. Il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, ha invitato il Carroccio a svelare le proprie carte: “Basta parlare a vanvera, la Lega voti contro il rifinanziamento delle missioni. Non si può continuare a chiacchierare sulla pelle delle persone continuando una guerra ingiusta ed inutile”. Da par suo, in effetti, pur annunciando il sostegno al rifinanziamento delle missioni, il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli ha osservato come “di fronte a questo nuovo lutto provo anche tanta rabbia verso una missione che non condivido e non comprendo”.
“Non è il momento dei lutti quello per discutere sulle ragioni della nostra presenza in Afghanistan. Il decreto sul rifinanziamento delle missioni è l’occasione per affrontare tutti i temi possibili”, ha infine chiosato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.