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“Evitare il destino della Grecia”

Già l’avvertimento della Bce, non più tardi di una settimana fa, aveva evidenziato uno dei possibili motivi per cui lo spread tra il Btp decennale e il Bund tedesco di pari scadenza era tornato ai livelli vertiginosi di qualche mese prima. Vale a dire, spiegava l’istituto di Francoforte, le scarse aspettative di crescita dell’Italia da parte dei mercati. La crescita è stata sempre al primo posto dell’agenda di governo e lo stesso Monti si è fatto più volte “portavoce” di tale istanza in Europa. Ed è sempre sul tema della crescita che si sono concentrati gli sforzi del premier e dei leader della maggioranza durante il vertice di martedì. Per l’occasione sarebbe stato siglato un “patto” in questo senso.
È doveroso precisare, fin da subito, come la crescita sia un obiettivo da raggiungere a lungo termine poiché – viene osservato nella relazione che accompagna il Documento di economia e finanza approvato mercoledì dal Cdm – “sul piano interno la crescita non tornerà fino al 2013”.
In compenso “l’Italia ha messo in sicurezza i conti pubblici e avrà un avanzo primario del 3,9% nel 2013”. Grazie a una riduzione strutturale del debito pubblico, la pressione fiscale comincerà a scendere dal 2014 (mentre nel 2012 si attesterà al 45,1% come aveva recentemente anticipato anche uno studio di Confcommercio). Poi c’è la questione del pareggio di bilancio, divenuto ora impegno costituzionale, che secondo il governo verrà raggiunto nel 2013 quando il Fondo monetario internazionale prevede che il nostro Paese riuscirà a centrare l’obiettivo non prima del 2017 con il deficit-pil che passerà dal 2,4% del 2012 all’1,1%. C’è, inoltre, il solito problema della disoccupazione. Che con o senza riforma non si placherà prima di un determinato periodo. Il tasso di disoccupazione non scenderà sotto il 9% prima del 2014, il Fmi ritiene che quest’anno salirà fino al 9,5% e anche il Centro studi di Confindustria ammette che la crisi occupazionale proseguirà ancora un bel po’. Anche la Banca d’Italia, nel suo bollettino economico, ha certificato l’aumento del tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile (nel frattempo gli ultimi dati Istat l’attestano al 31,9%) così come la Bce aveva precedentemente osservato un peggioramento del mercato del lavoro nell’eurozona. “Aumentare il tasso di occupazione per la fascia 20-64 anni” è tra le azioni per raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020, ma “in considerazione dell’effetto della crisi economica sull’occupazione e delle riforme del lavoro e del sistema pensionistico appena varate – si legge nel Def – al momento non sono precisati gli obiettivi di medio termine”. Il governo ha comunque l’intenzione di raggiungere un tasso di occupazione tra il 67% e il 69%.
“Ristabilire un’ Italia capace di crescere è un compito appena iniziato. Ci battiamo ogni giorno per evitare il drammatico destino della Grecia”, ha affermato il premier Mario Monti in conferenza stampa. Per rendere l’idea il presidente del Consiglio ha ricordato la situazione ellenica: “Ci sono stati tagli enormi nel numero dei dipendenti pubblici, negli ultimi due anni, ci sono stati 1725 suicidi. Questo è quello che in Italia cerchiamo di invertire per non precipitare in quel precipizio”.
E per farlo sarà infine necessario che la politica faccia la sua parte. “Una parte dello scetticismo residuo sul futuro dell’Italia – ha chiosato Monti – dipende dallo scetticismo sulla volontà riformatrice della politica. Stiamo convincendoci che occorre una riforma della politica, della governance del Paese- La riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, del finanziamenti dei partiti sono temi di cui è primaria responsabilità dei partiti, ma non pensino che sia irrilevante per la credibilità dell’Italia nel medio periodo che conta per gli investimenti e per lo spread”.
A proposito di riforme, l’Italia può aumentare il Pil di altri cinque punti entro il 2020 adottando misure “ad elevato grado di intensità” stando allo studio ipotizzato nel Piano delle riforme del governo.

F. G.

 

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