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Meno nati e in partenza verso il Nord

Il quadro demografico muta al mutare delle condizioni socio-economiche del Paese
di Fabio Germani

stazione_treno_partenzaLe condizioni socio-ecomomiche di un paese si riflettono nel medio e lungo periodo cambiando il quadro demografico. Lo testimonia il bilancio annuale dell’Istat (il calcolo della popolazione, fa sapere l’istituto nazionale di statistica, è stato riavviato a partire dal censimento del 2011): il movimento migratorio con l’estero ha fatto registrare, nel 2013, un saldo positivo pari a circa 182 mila unità, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. In compenso aumenta l’emigrazione italiana e diminuisce l’immigrazione straniera. Questo, in soldoni, significa due cose: tanti nostri connazionali vanno all’estero in cerca di maggiore fortuna, gli immigrati non hanno ragioni per restare troppo a lungo in Italia. La crisi occupazionale, infatti, coinvolge il segmento di popolazione straniera quanto gli italiani. Partendo da qui, non dovrebbe stupire neppure un secondo aspetto: nel 2013 si è assistito ad un movimento migratorio, sia interno sia dall’estero, indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro.
Già alcuni giorni fa sempre l’Istat informava che nel 2013 il Prodotto interno lordo (Pil), misurato in volume, ha segnato una dinamica piuttosto diversificata a livello territoriale, con una riduzione decisamente meno marcata rispetto a quella media nazionale nel Nord-ovest (-0,6%), poco meno intensa nel Nord-Est (-1,5%), in linea con il dato nazionale nel Centro (-1,8%) e molto più accentuata nel Mezzogiorno (-4%). Una tale sperequazione fa aumentare inevitabilmente il divario Nord-Sud. Così i flussi migratori interni procedono soprattutto dal Mezzogiorno al Nord, anche per la popolazione straniera. Tuttavia il saldo naturale (tasso di natalità e tasso di mortalità) risulta negativo in tutte le aree del Paese, per cui la ripartizione demografica – per effetto delle diverse dinamiche descritte – non presenta rilevanti discrepanze. La distribuzione della popolazione residente assegna ai comuni delle regioni del Nord-Ovest 16.130.725 abitanti (il 26,5% del totale), a quelli del Nord-Est 11.654.486 abitanti (19,2%), al Centro 12.070.842 (19,9%), al Sud 14.167.819 (23,3%) e alle Isole 6.758.796 abitanti (11,1%). Resta comunque il campanello d’allarme, visto che una recente indagine della Confcommercio lo afferma forte e chiaro: si allarga la forbice tra il Nord e il Sud in quanto il Pil pro capite del Mezzogiorno nel 2013 (17.224 euro) scende al 55,2% di quello del Nord-Ovest (32.102) e nel 2015 sarà inferiore al 55%. In termini occupazionali, invece, si evidenzia un ulteriore arretramento al Sud, fenomeno che però è in atto dal 2008. Tra il 1995 e il 2013 l’occupazione al Sud si è ridotta del 5,2%, nel Nord-Ovest è aumentata della stessa percentuale.

Natalità e popolazione straniera
Al 31 dicembre 2013 – rende noto l’Istat – risiedono in Italia 60.782.668 persone, di cui più di 4 milioni e 900 mila (8,1%) di cittadinanza straniera. Il movimento naturale della popolazione ha fatto registrare un saldo negativo di circa 86 mila unità. In particolare, sono stati registrati quasi 20 mila nati e circa 12 mila morti in meno rispetto all’anno precedente. Anche i nati stranieri diminuiscono per la prima volta (-2.189) rispetto all’anno precedente, pur rappresentando il 15% del totale dei nati.
La popolazione straniera, abbiamo constatato, risiede prevalentemente nel Nord e nel Centro. Il primato delle presenze, sia in termini assoluti che percentuali, si assegna alle regioni del Nord-ovest che registrano 1.702.396 residenti, pari al 34,6% dei residenti stranieri in totale. Il Nord-Est, invece, fa registrare la più elevata incidenza di popolazione straniera sul totale dei residenti (10,8%), contando 1.253.119 cittadini stranieri, pari al 19,2% del totale degli stranieri. Nelle regioni del Centro si registrano quote analoghe di popolazione straniera sia in termini di incidenza (10,4%) sia di quota sulla popolazione straniera complessiva a livello nazionale (19,9%). Nel Sud e nelle Isole la presenza straniera, seppure in crescita, risulta ancora ridotta: nel Sud si contano 512.173 residenti stranieri (3,6% del totale dei residenti e 10,4 per 100 stranieri residenti in Italia) e nelle Isole 204.567 stranieri (3% del totale dei residenti e 4,2 per 100 stranieri residenti in Italia).

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