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A settembre retribuzioni ferme, +1,1% sul 2013

retribuzioniAlla fine di settembre 2014 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 41,0% degli occupati dipendenti e corrispondono al 38,9% del monte retributivo osservato.
Nel mese di settembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,1% nei confronti di settembre 2013. Complessivamente, nei primi nove mesi del 2014 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo del 2013.
Con riferimento ai principali macrosettori, a settembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,3% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a settembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (3,1%), estrazione minerali (2,9%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (2,6%). Si registrano variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione e una variazione negativa nel settore dei trasporti, servizi postali e attività connesse (-0,3%).
Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di settembre non sono stati recepiti nuovi accordi e nessuno è scaduto.
Alla fine di settembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 59,0% nel totale dell’economia e del 47,0% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 33,0 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 18,1 mesi per quelli del settore privato.

Andamento settoriale
Nel mese di settembre 2014 a fronte di un aumento tendenziale medio dell’1,1%, i settori che presentano gli incrementi maggiori sono: telecomunicazioni (3,1%), estrazione minerali (2,9%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (2,6%). Si registra stazionarietà per tutti i comparti della pubblica amministrazione ed una variazione negativa per il settore dei trasporti, servizi postali e attività connesse (-0,3%).

Copertura contrattuale
Alla fine del mese di settembre 2014 tra i contratti monitorati dall’indagine non si è registrato il recepimento di nuovi accordi e nessuno è venuto a scadenza. Pertanto alla fine di settembre 2014 sono in vigore 35 contratti che regolano il trattamento economico di circa 5,3 milioni di dipendenti che rappresentano il 38,9% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l’incidenza è pari al 53,3%, con quote differenziate per attività economica: nel settore agricolo è del 6,8%, mentre è del 94,9% nell’industria e del 17,6% nei servizi privati. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 40 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 7,6 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).
L’indagine sulle retribuzioni contrattuali permette di calcolare la quota dei contratti collettivi nazionali di lavoro che resterebbero in vigore nel semestre successivo nell’ipotesi di assenza di rinnovi. Per il totale dell’economia l’incidenza dei contratti collettivi in vigore rispetto a quella rilevata a settembre 2014 rimarrebbe stabile fino a dicembre 2014 e subirebbe una lieve contrazione a partire da gennaio 2015 (37,3%). Per il solo settore privato la quota di settembre, pari al 53,3%, si ridurrebbe da gennaio al 51,1%.

Tensione contrattuale
Nel mese di settembre la quota di dipendenti in attesa di rinnovo per l’insieme dell’economia è pari al 59,0%, invariata rispetto al mese precedente. I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 33,0, in aumento rispetto allo stesso mese del 2013 (28,7). L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 19,5 mesi, in crescita rispetto ad un anno prima (14,6).
Con riferimento al solo settore privato la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 47,0%, invariata rispetto al mese precedente e in decisa crescita rispetto a settembre 2013 (36,4%). Per lo stesso settore i mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 18,1, mentre l’attesa media è di 8,5 mesi considerando l’insieme dei dipendenti del settore.

 

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