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Giù il petrolio ma non la benzina

Ad oggi il prezzo della benzina in Italia è il secondo più elevato in Europa, ci battono solo i Paesi Bassi

estrazione_petrolioOrmai è storia nota: mentre il prezzo del petrolio continua a scendere, l’effetto non si riflette, se non marginalmente, su quello finale dei carburanti. In un focus sul caro benzina il Codacons punta, ancora una volta, il dito contro le accise, un aggravio che ha portato il prezzo al distributore dell’Italia ai vertici della classifica europea.
Mentre la media Ue dei prezzi euro/litro si attesta a 1,338 per la benzina e a 1.171 per il gasolio; in Italia, il 23 agosto, si attestava, invece a 1,642 euro al litro per la verde e a 1,465 euro al litro per il gasolio. Come anticipato si tratta della seconda quotazione più elevata a livello europeo. Il triste primato spetta, infatti, ai Paesi Bassi con 1,652 euro al litro per la benzina e 1,255 per il gasolio.
“E’ giunta l’ora di tagliare le accise – spiega l’associazione di categoria in una nota – che gravano sulla benzina nel nostro paese. Si tratta di balzelli anacronistici, introdotti per finanziare guerre ed emergenze e mai eliminati, al punto da pesare per 0,50 euro su ogni litro di carburante, considerata anche l’Iva”. Non deve dunque stupire se, secondo l’Unione petrolifera, l’84% degli aumenti registrati tra il 2010 ed oggi è di natura fiscale.
Le tasse, infatti, stando alle rilevazioni di Assopetroli-Assoenergia, rappresentano in Italia il 64,45% del prezzo finale della benzina, una quota che nella media europea si attesta invece al 58%. E’ uno dei motivi per cui tra il gennaio del 2014 e quello del 2015 i listini della benzina hanno registrato un calo dei prezzi di soli 14 punti percentuali a fronte del -53% registrato dal petrolio.
Ma perché il prezzo del petrolio è sceso? Le cause sono molteplici: la crisi economica globale, che ha colpito maggiormente l’Eurozona, ha ridotto la domanda, mentre la nascita di nuovi concorrenti, come gli Stati Uniti con lo shale oil, ha aumentato la produzione mettendo i bastoni tra le ruote dei principali produttori – l’Opec, per esempio – che per tentare di sbaragliare la concorrenza (a prezzi troppo bassi lo shail oil perde competitività a causa dei costi elevati legati all’estrazione) ha abbattuto sempre più i prezzi ma non la produzione (rimasta stabile intorno ai 30 milioni di barili al giorno).
Le ultime quotazioni indicano per il Brent (benchmark europeo) un prezzo inferiore ai 45 dollari al barile: il più basso mai registrato dal 2009. Siamo parlando dunque di prezzi simili a sei anni fa, eppure rispetto ad allora il prezzo della benzina è aumentato di ben 50 centesimi al litro (il 29% in più).

(articolo pubblicato il 24 agosto su Tgcom24)

 

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