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Lavoro, Istat: “Retribuzioni ferme a settembre”

“Alla fine di settembre 2016 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 31,8% degli occupati dipendenti e corrispondono al 30,6% del monte retributivo osservato”. Lo rende noto l’ISTAT, l’Istituto nazionale di statistica, attraverso la diffusione di un comunicato stampa.
“La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo per l’insieme dell’economia – prosegue la nota – è pari al 68,2%, invariata rispetto al mese precedente. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 40,2 mesi. L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 27,4 mesi, in sensibile crescita rispetto a una anno prima (21,8).
Nello stesso mese l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,6% nei confronti di settembre 2015. Complessivamente, nei primi nove mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,7% rispetto al corrispondente periodo del 2015.
Con riferimento ai principali macrosettori, a settembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,7% per i dipendenti del settore privato (0,3% nell’industria e 1,3% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: commercio (2,0%); trasporti, servizi postali e attività connesse (1,9%); energia elettrica e gas (1,4%) Si registrano variazioni nulle nei settori dell’agricoltura; del legno, carta e stampa; della metalmeccanica; dei servizi di informazione e comunicazione; delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Inoltre, si registra una variazione negativa dello 0,5% nel settore dell’acqua e servizi di smaltimento rifiuti.
Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di settembre nessun accordo è stato recepito e nessuno è venuto a scadenza. Complessivamente – conclude l’ISTAT – i contratti in attesa di rinnovo sono 49 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 8,8 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego)”.

 

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